prefetti alla fabbrica della cattedrale sec. XV - 1786
Eletti in numero di sei per un biennio dal consiglio generale della città, ad essi era affidato il compito di amministrare il patrimonio e i beni della Fabbrica e di curare la manutenzione della cattedrale, del battistero e del Torrazzo.
La Fabbrica del Duomo di Cremona comprendeva la chiesa cattedrale, il Torrazzo, il Battistero, e numerosi altri beni immobili di proprietà della fabbrica i redditi dei quali erano devoluti per interventi di ristrutturazione e decoro degli edifici sacri nominati; tutto il complesso era amministrato da prefetti laici, eletti dal consiglio del comune, prima in numero di tre, successivamente di sei, inizialmente con carica annuale e poi di biennio in biennio. I sei prefetti si dividevano i compiti dell’amministrazione, in particolare due avevano il compito di appaltare i beni immobili di proprietà della fabbrica al pubblico incanto e di occuparsi dell’esecuzione dei lavori di manutenzione, restauro e abbellimento degli edifici che costituivano la Fabbrica; un prefetto doveva controllare la lista di spese presentata mensilmente dall’ingegnero, una sorta di soprintendente; un altro era addetto alla custodia dell’archivio della Fabbrica. Sottoposti ai prefetti vi erano: il cancelliere, che presenziava alle congregazioni dei prefetti e ne redigeva i verbali, teneva il libro delle tesoreria in cui registrava le ricevute sottoscritte dal tesoriere e quello in cui registrava le bollette di pagamento sottoscritte dai prefetti, il libro mastro dei debiti e dei crediti, e trascriveva nei registri degli instrumenti gli atti rogati nell’interesse della Fabbrica; il tesoriere; l’ingegnero; il custode del Torrazzo e dell’Orologio, eletto in periodo ducale dalla Camera ducale su proposta dei prefetti e successivamente, in periodo spagnolo, dai prefetti, a cui spettava il compito della custodia armata del Torrazzo e la cura dell’orologio e delle campane; e altri ufficiali di minore importanza. Tra costoro vi era l’esattore della mercede delle campane che riscuoteva le somme dovute per far suonare a morto le campane durante le esequie (Meroni 1951).
L’ufficio fu abolito nel 1786 in seguito all’istituzione della Congregazione municipale.
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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