università dei liberati 1535 - 1756
L’ Università dei liberati ebbe origine nel 1535 quando diversi possessori di beni rurali, acquistarono per gli anni 1535 –1537 l’esenzione fiscale da ogni gravezza imposta e che sarebbe stata imposta in futuro da Cremona per i rispettivi beni per un totale di 24888 pertiche e 9 tavole e 1861 teste vive; allo stesso tempo essi acquistarono la condizione di possessori civili, anzichè rurali su alcune terre; i liberati tuttavia potevano essere soggetti ad imposizioni straordinarie imposte dall’imperatore, in quel caso versavano i loro contributi separatamente dalla città e dal Contado.
L’Università si costituì in pratica come corpo a sè rispetto al Contado e perciò decise di amministrarsi in modo simile al Contado stesso; non esiste presso l’Università l’autorizzazione alla congregazioni che cominciarono a riunirsi probabilmente dall’anno 1580. La congregazione generale era costituita da due procuratori di ciascuna delle otto terre vocali, che erano quelle nelle quali vi era un maggior numero di pertiche e teste liberate, e si riuniva, alla presenza del senatore podestà di Cremona, per la discussione degli affari di maggior importanza e per l’elezione degli ufficiali e degli individui che componevano la congregazione minore. Quest’ultima era costituita da due sindaci, uno dei quali residente in città, e quattro ragionati, e provvedeva al riparto delle imposte e all’esecuzione degli ordini superiori. Alle congregazioni intervenivano l’avvocato con voto solamente consultivo, il cancelliere, notaio collegiato, che stendeva i verbali delle congregazioni e formava i riparti e i conti e il ragionato. Nel 1754 un sindaco risiedeva a Cremona, l’altro risiedeva a Soresina, i quattro ragionati provenivano rispettivamente da Soresina, Casalbuttano, Castelnuovo Bocca d’Adda e Trigolo, mentre l’avvocato e il cancelliere erano gli stessi del Contado. L’archivio dell’Università era custodito dal sindaco residente in città, mentre il cancelliere teneva presso di sè i registri delle delibere e degli instrumenti. I contributi imposti dalla congregazione minore e comunicati a tutte le terre nelle quali vi erano pertiche e teste “liberate” erano riscossi dal commissario, che interveniva anche a dirimere le controversie tra gli estimati e l’Università e tra gli estimati e i contadini.
L’Università manteneva un suo procuratore a Milano.
Nel 1562 proprietà dei “liberati” si trovavano nelle seguenti comunità del Contado di Cremona: “Acquanegra, Azzanello, Aspes, Ardole; Acqualongabadona, Alfiano, Bordolano, Brolo Pasino, Bonemerzo, Bardella, Binanova, Borlenga; Barzaniga, Cava Tigozzi, Cicognolo, Crotta d’Adda, Crotta presso Bordolano, Castelnuovo Boccad’Adda, Castagnino Secco, Casal Morano, Castelnovo Zappa, Casalbuttano, Corte de’ Cortesi, Corte de’ Frati, Ca’ de Mari, Ca’ de Sperzagni, Ca’ de Quinzani, Ca’ de Stefani, Ca’ de Caggi, Ca’ de Pedroni, Ca’ de Marozzi, Ca’ de Bonavogli, Ca’ de Novelli, Ca’ d’Andrea, Castelfranco, Ca’ nova d’Offredi, Calvatone, Carettolo, Castelletto Celano, Casalorzo Boldori, Cingia de Botti, Casteletto Ponzone, Casteldidone, Ca’ de Gatti, Carzago, Ca’ nova del Morbasco, Cavallara, Casaleggio superiore, Caprile, Campagnola, Casella de Bronzoni, Cignone, Castel Visconti, Cumignano, Cantonada, Carpaneda, Ca’ de Sfondrati, Capella de Picenardi, Casazza, Dosemo, Derovere, Dos de Frati, Dos Baroardo, Da’ Niatta, Fiesco, Fengo, Farisengo, Fossa de don Iosefo Amidano, Grumello, Grontorto, Genevolta, Gorntardo, Gurada, Gambina, Gussola, Grimone, Gazzo, Gallarano, Gabioneda Costa et Quadro, Isola de Pescaroli, Livrasco, Levada, Luignano, Longardore, Lovera e San Iacomo, Moscona, Montanara, Motta de Baluffi, Mirabello, monticello, Ossolengo, Ossolaro, Paderno, Pescarolo, Persico e Persichello, Pieve Delmona, Pieve Trezagni, Pieve San Maurizio, Porto, Pontirolo, Pessina, Prato, Passarino, Polengo, Piadena, Pieve San Iacomo, Pieve Gurada, Quistro, Romanengo, Reboana, Robecco, Rocca Villa, Ronco Malagnino, Romperzagno, Spinadesco, Soresina, San Pietro in Delmona, San Savino, Sospiro, San Salvadore, San Lorenzo Mondinari, San Martino del Lago, Spineda, Sommo, San Daniele, Sesto, San Sillo, San Bassano, Sette Pozzi, San Giacomo dall’Oppio, San Paolo, Silvella, Scandolara Ravara, San Giovanni in Croce, Straconcolo, Solarolo Paganino, Solarolo Monasterolo, San Vito, Scandolara Ripa d’Oglio, Santa Lucia Lamma, San Fiorano, Trigolo, Tidolo, Tor de Malamaberti, Torricella del Pizzo, Tornada, Tor nova, Videseto, Villa Nova, Vho, Vighizzolo”.
Nel XVIII secolo risultavano “del tutto disperse” le terre di “Casella Bronzone, Porto, San Giacomo dell’Oppio e Sommo”. (”Notizie che si ricercano dai signori sindaci dell’Università dei Liberati Cremonesi per servizio del Cremonese” datate 1754 e Risposte ai 45 quesiti, 1751; 1751 in Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3052).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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