comune di Volongo sec. XV - 1784
All’inizio del XV secolo divenne parte del ducato di Mantova e rimase soggetto al dominio dei Gonzaga fino alla fine del ’700.
Era sede di alcuni ufficiali inviati dal governo gonzaghesco: il vicario o pretore, il capitano del divieto, il castellano e il capitano.
Come le altre comunità del ducato, anche Volongo aveva con ogni probabilità i propri ufficiali locali, in particolare il massaro, i consoli e i campari. Il primo era responsabile dell’amministrazione dei beni comunali ed era direttamente controllato dal 1542 dalla ragioneria ducale; ogni anno doveva presentare i registri contabili per la verifica e il saldo dei debiti della comunità verso l’amministrazione ducale; i consoli erano rappresentanti della comunità di fronte all’ufficiale inviato dal duca, mentre i campari esercitavano funzioni di polizia campestre: questi non avevano subito con l’ingresso nel ducato alcuna limitazione alla loro attività, mentre i primi erano divenuti meri esecutori degli ordini impartiti dal pretore (Mazzoldi 1961, pp. 385-388).
Nelle risposte ai 47 quesiti del Regio Ducale Magistrato Camerale di Mantova il territorio di Volongo è così descritto: “il territorio della comunità di Volongo ha di diametro due miglia circa per ogni parte, e confina a levante col Bresciano in parte e col territorio di Fontanella, a mezzodì col Cremone medialnte il fiume Oglio a sera col territorio di Ostiano ed a tramontana col Bresciano sudetto, questo fa comune da sè nè ha aggregazione d’altro comune nè la medesimo s’aspettano altri terreni fuori del territorio”. Il comune era amministrato dal consiglio generale, costituito da tutti i capifamiglia originari, che si riuniva per il riparto delle imposte, e dal consiglio particolare, costituito da otto reggenti nominati annualmente dal consiglio generale, che si occupavano del governo ordinario della comunità. La redazione delle pubbliche scritture era affidata al cancelliere che interveniva anche alle congregazioni dei consigli, verbalizzandone le deliberazioni; il cancelliere si occupava anche della custodia dell’archivio del comune, conservato in una stanza “pubblica”. Le tasse erano riscosse dal massaro. Presso la comunità operava con poteri giurisdizionali il pretore, inviato dal governo centrale. All’epoca la comunità contava 830 anime (Risposte ai 47 quesiti, cart. 3076).
ultima modifica: 27/10/2002
[ Valeria Leoni ]
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