tubatori sec. XIV - 1786
I tubatori erano eletti dal podestà, la nomina era annuale, ma essi erano frequentemente riconfermati di anno in anno. Il loro numero non era fisso e erano assegnati ai diversi uffici cittadini. Come dice il nome stesso, essi dovevano premisso sono tubae gridare in piazza davanti all’arengherio e in altri punti stabiliti della città gli ordini del governatore, del podestà e bandire gli appalti per i dazi comunali. Dopo la pubblicazione le gride erano portate per la registrazione nella cancelleria del comune dove il tubatore apponeva la dichiarazione dell’avvenuta pubblicazione. I tubatori dovevano inoltre bandire gli ordini di convocazione dei consigli; assistere alle messe di ringraziamento; partecipare alle esequie dei consiglieri. Percepivano un salario fisso e altri diritti in occasione dei bandi di appalto e di alienazione dei beni immobili, avevano diritto per antica disposizione statutaria anche ad alcuni capi di vestiario.
Ai tubatori era anche affidata la custodia del palazzo comunale, probabilmente dal XVII secolo, che essi esercitavano in ordine di anzianità. Il custode aveva il compito di tenere pulito il palazzo, allontanare i vagabondi e i biscazzieri dai portici, suonare la campana in occasione delle congregazioni dei deputati, suonare la campana detta dei botti durante le esecuzioni capitali, suonare la campana in occasione delle allegrezze, custodire la cantina del palazzo. Per i suoi servizi percepiva un salario mensile (Statuti 1388, rubbr. 11, 29, 426; Meroni 1951, pp. 53-54).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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