referendario sec. XIV - 1771
In età signorile il referendario era nominato dal duca per un biennio, anche se poteva essere riconfermato anche per parecchi anni di seguito. Era suo compito d’accordo con gli offici finanziari centrali mettere all’incanto i dazi, i pedaggi e le gabelle e assegnarli, riscuotere le rendite ducali e i pagamenti che dovevano essere fatti dal tesoriere. Giudicava anche le cause daziarie in quanto la carica di giudice dei dazi e delle gabelle era congiunta alla sua. Aveva alle sue dipendenze dei notai per la tenuta degli atti d’ufficio (Santoro 1968, p. 229).
In età spagnola e fino al 1771 quando la figura del referendario fu abolita e fu istituito l’intendente di finanza, il referendario, istituito in ogni città dello Stato, dipendeva dal Magistrato Ordinario e successivamente dal Magistrato Camerale, egli si occupava dell’esazione dei debiti verso la Camera che dovevano poi essere versati al tesoriere generale e tutelava gli interessi del Fisco in materia di imposizioni, di appalti dei dazi, di confische, di occupazioni di beni spettanti al Fisco. Aveva anche competenze giudiziarie, riscuoteva personalmente le pene pecuniarie a vantaggio della Camera e poteva anche ricevere l’ordine da parte del Magistrato Ordinario e del tesoriere generale, di effettuare determinati pagamenti (Massetto 1985, pp. 37-39).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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