amministrazione della città e della provincia di Cremona 1786 - 1791
Con l’ascesa di Giuseppe II al trono imperiale asburgico, avvenuta nel 1780, il processo riformatore già intrapreso dalla madre Maria Teresa subì una forte accelerazione. Abbandonata la linea moderata seguita dall’imperatrice, Giuseppe II diede un deciso impulso anche alla riorganizzazione dell’amministrazione locale, nel segno dell’uniformazione, dell’accentramento e della separazione tra funzione amministrativa e giudicante, provvedendo al contempo alla razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali che le riforme teresiane avevano lasciato in uno stato di sostanziale disomogeneità. Con due editti pubblicati in data 26 settembre 1786 la Lombardia austriaca fu suddivisa in otto provincie a capo delle quali furono posti altrettanti intendenti politici provinciali e fu pubblicato il nuovo Compartimento territoriale, mentre con un altro editto pubblicato nello stesso giorno le Congregazioni dei Prefetti al Governo furono sostituite dalle Congregazioni Municipali.
Per quanto riguarda Cremona nel nuovo Compartimento veniva meno la distinzione tra provincia inferiore e provincia superiore, Soncino, Castelleone, Pizzighettone e Fontanella perdevano lo status di terra separata; mentre le teresiane delegazioni XI, XII, XIV, XV e XVI, divenivano rispettivamente delegazione V-distretto di Scandolara Ravara, delegazione VI-distretto di S. Giovanni in Croce, delegazione VII-distretto di Piadena, delegazione VIII-distretto di Torre Malamberti, delegazione IX-distretto di Pescarolo della provincia di Bozzolo di nuova istituzione.
Un primo e importante intervento di Giuseppe II sulle amministrazioni locali si ebbe con il regio dispaccio 23 novembre 1784, che sancì la fine del monopolio patrizio nelle cariche pubbliche: da allora una parte Ð sia pure minoritaria Ð dei membri delle Congregazioni del patrimonio, organo finanziario dell’amministrazione civica, dovette infatti essere scelta al di fuori del ceto nobiliare, fra i “cittadini e negozianti più accreditati e facoltosi”; tale allargamento, due anni più tardi, venne applicato anche alla neoistituita Congregazione municipale (Capra 1987). A Cremona la Congregazione dei Prefetti al Governo risultò ora costituita da due dottori collegiati, dal regio giudice delle strade, da quattro vocali del Consiglio generale compreso un mercante, due patrizi estimati e tre cittadini, pure estimati (Liva 1998).
Come accennato precedentemente con l’editto emanato in data 26 settembre 1786 le Congregazioni dei Prefetti al Governo furono abolite e sostituite dalle Congregazioni municipali. La Congregazione municipale di Cremona doveva essere composta da nove persone, sei delle quali provenienti dal ceto dei patrizi e tre da quello degli estimati per almeno 2000 scudi d’estimo. A capo della Congregazione vi era il Prefetto, mentre gli altri membri erano denominati Assessori. Uno dei patrizi doveva essere un utente degli Argini e Dugali e un altro del Naviglio civico.
Le Congregazioni municipali erano competenti in tutto ciò che riguardava l’ amministrazione del Patrimonio pubblico, funzioni svolte fino a quel momento dalla Congregazione dei Prefetti o del Patrimonio; avevano inoltre il compito di provvedere in tutta la provincia all’esecuzione dei regolamenti emanati dal governo nelle seguenti materie: gli adattamenti e la manutenzione delle strade urbane e provinciali; la soprintendenza alle fabbriche dei rispettivi pubblici e all’ornato esterno della città; la vigilanza sui cassieri o commissari della provincia; gli alloggiamenti e le fazioni militari, per la pronta esecuzione delle quali le Congregazioni dovevano essere avvisate dagli Intendenti provinciali; la soprintendenza alle vettovaglie; la facoltà di fissare i calmieri, sia in città sia in campagna con l’approvazione dell’Intendente Politico Provinciale; la vigilanza in caso di incendi.
Nella provincia di Cremona inoltre la Congregazione Municipale aveva il diritto di disporre nelle materie relative al Naviglio della città di Cremona e agli Argini e Dugali “onde i medesimi siano conservati ed in tal guisa sia assicurato l’interesse non tanto dei possessori quanto della provincia”: i due uffici del Naviglio della città di Cremona e degli Argini e Dugali, che fino a quel momento avevano goduto di autonomia, divennero quindi parte dell’amministrazione municipale, così come furono abolite le magistrature civiche che in virtù dell’articolo 35 della Riforma teresiana del 26 gennaio 1756 avevano continuato a funzionare.
La Congregazione Municipale di Cremona era suddivisa in almeno sei dipartimenti, ciascuno competente per una o più materie per ciascuna delle quali vi era un registro di protocollo, come previsto nell’“Istruzione generale per le Regie Intendenze Politiche Provinciali della Lombardia Austriaca” pubblicata nel 1786: al paragrafo 38 infatti si disponeva che gli Intendenti Politici Provinciali dovessero “ogni otto giorni rassegnare al Regio Imperial Consiglio una copia del protocollo egualmente distinto a materia per materia degli affari spediti dalle rispettive Congregazioni Municipali” (Istruzione 1786).
I dipartimenti a noi noti erano: dipartimento I- Luoghi Pii; dipartimento II-Polizia; dipartimento III-Commissione ecclesiastica e delli studi; dipartimento IV-Dugali, Naviglio e Argini; dipartimento VI-Alloggiamenti e Fazioni Militari e Amministrazione pubblica.
ultima modifica: 19/01/2005
[ Saverio Almini ]
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