Valsassina 1757 - 1797
Con il compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757) costituivano la Valsassina, parte del ducato di Milano, le comunità di Bajedo; Barzio; Barcone con Gerro; Bindo; Casargo con Somadino e Codesino; Cassina; Concenedo; Cortabbio; Corte Nova con Prato San Pietro; Crandola con Vegno; Cremeno; Esino superiore; Esino inferiore; Introbbio con Monte Varrone; Margno con Bagnala; Moggio; Narro con Indovero; Pagnona; Parlasco; Pasturo; Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezzio; Pessina; Premana; Primaluna; Taceno; Vimogno; Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, Insesio e Sanico.
Con la riforma del nuovo estimo attuata nel ducato di Milano alla metà del XVIII secolo, alla Valsassina fu riconosciuto un livello di governo della comunità locale superiore a quello previsto dall’editto 30 dicembre 1755 (editto 30 dicembre 1755).
Fatte le debite considerazioni sul regolamento e consuetudini con i quali si governava anticamente la comunità generale della Valsassina con le terre che la componevano, e dopo averne sentito i rappresentanti, la real giunta del censimento, con facoltà conferita da sua maestà l’imperatrice Maria Teresa, duchessa di Milano, diede esecuzione agli ordini di riforma del governo locale della Valsassina con un apposito editto (editto 16 settembre 1757). Il criterio fondamentale sul quale si poggiava la riforma era quello di rendere l’amministrazione della comunità generale il più uniforme possibile al sistema del nuovo censo. Le ordinazioni richiedevano inviolabile osservanza, restando le leggi statutarie e le consuetudini subordinate all’editto di riforma.
L’articolazione territoriale della Valsassina in quattro squadre, già presente negli statuti di valle del XIV secolo, veniva mantenuta, concordemente al prospetto approntato dal sindaco provinciale Michel’Angelo Manzone (Regolamento della Valsassina, sec. XVIII).
Nonostante nel nuovo estimo le terre (comuni) della Valsassina fossero singolarmente divise, ciascuna con la propria rappresentanza a norma della riforma del 30 dicembre 1755, i comuni avrebbero dovuto costituire insieme una società per i bisogni reciproci, con la possibilità di ripartire in base all’estimo le imposte locali (diverse e distinte dal carico dell’imposta universale e da quella della provincia del ducato) derivanti dalle spese occorrenti alla valle. Ogni comune avrebbe dovuto registrare la propria quota tra le proprie spese locali, avendo cura l’esattore comunale di pagare i debiti al tempo opportuno al caneparo della valle.
Il consiglio generale della valle (o convocato generale di valle) doveva essere formato dai primi deputati dell’estimo di ciascuna delle terre componenti la Valsassina (in assenza del primo interveniva il secondo, e in assenza di questi, il terzo), non potendosi ammettere al consiglio di valle chi fosse debitore della comunità generale o chi avesse con essa lite pendente o non avesse reso conti di amministrazione; il suddetto consiglio doveva amministrare la comunità generale, conservando le sue precedenti autorità, prerogative e funzioni che non fossero incompatibili con il sistema del nuovo censo; l’amministrazione corrente toccava a tre sindaci provinciali: il primo, vitalizio, avrebbe esercitato per la Valsassina l’ufficio di “vocale” nella congregazione del ducato, gli altri due, annuali, potevano però essere confermati.
Ordinariamente il consiglio generale si doveva convocare nel mese di maggio ad Introbio, con l’assistenza del podestà e dei sindaci provinciali. Il consiglio generale riceveva i conti degli esattori generali dei carichi regi (uno per le squadre di Mezzo e del Consiglio, l’altro per le squadre di Chignolo e dei Monti), potendo essere prorogati, se il cancelliere della comunità ne avesse fatto la liberazione, passando altrimenti l’incarico ad un nuovo incanto. Il consiglio generale, a tenore degli statuti, doveva procedere alle condanne, e in seguito all’elezione dei due sindaci provinciali annuali, ancora a turno tra le squadre, come avveniva in precedenza “ma però a proporzione dell’estimo nuovo di ciascuna terra”; il consiglio eleggeva inoltre dodici consiglieri (tre per ciascuna squadra), che con i sindaci provinciali nuovi e scaduti, il ragionatto e due cancellieri formavano la congregazione, convocata dinnanzi al podestà il giorno seguente alla riunione del consiglio, in via ordinaria, e in via straordinaria ogni volta che ne riceveva la facoltà dal consiglio.
Nella sessione ordinaria la congregazione riceveva i conti di quanto pagato ai due canepari o esattori dei carichi provinciali e locali, eletti dai sindaci provinciali uno per le squadre di Mezzo e del Consiglio, l’altro per le squadre di Chignolo e dei Monti; il controllo del loro operato spettava parimenti ai sindaci provinciali. I sindaci non potevano deliberare se non in casi eccezionali spese straordinarie per la comunità, potendo prendere tali determinazioni solamente la congregazione, radunata in via straordinaria.
Podestà, sindaci provinciali e ufficiali continuavano a percepire le solite onoranze, diritti e facoltà.
L’archivio per la custodia delle scritture e libri della comunità generale continuava ad essere nella cancelleria del pretorio a Introbio; dei due cancellieri, deputati alla conservazione delle scritture comunali di tutte le terre della Valsassina, uno avrebbe dovuto risiedere a Introbio, l’altro a Taceno.
Nel 1771 il totale degli abitanti della Valsassina, conteggiati in base alle giurisdizioni parrocchiali, – “comprendenti anime di comunione, fanciulli, regolari (preti, frati, monache) e nati nel 1771” – era di 10.482 unità (Statistica anime Lombardia, 1771).
In base al compartimento territoriale della Lombardia austriaca (editto 26 settembre 1786 c), la Valsassina, inserita nella provincia di Como, comprendeva le comunità di Bajedo; Barzio; Barcone; Bindo; Casargo con Somadino e Codesino; Cassina; Concenedo; Cortabbio; Corte Nova con Prato San Pietro; Crandola con Vegno; Cremeno; Esino superiore; Esino inferiore; Gerro; Introbbio con Monte Varrone; Margno con Bagnala; Moggio; Narro con Indovero; Pagnona; Parlasco; Pasturo; Perledo con Bologna, Ghesazio, Regoledo, Gittana, Cestaglia, Tondello, Regolo e Vezzio; Pessina; Premana; Primaluna; Taceno; Vimogno; Vendrogno con Bruga, Mosnico, Mornico, Noceno, Comasira, Inesio e Sanico.
Nel 1791 la Valsassina comprendeva le ventisette comunità previste dall’editto del 1757 (Barcone e Gerro formavano un’unica comunità), che costituivano il distretto II di Taceno della provincia di Milano (Compartimento Lombardia, 1791).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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