comune di Bulciago sec. XIII - 1757
Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia.
Il toponimo è citato (nella forma “Blauciaco”) nell’anno 920 (CDL, n. 490; Vismara 1979).
Bulciago fu corte regia e appartenne, come Cremella e Calpuno, alla chiesa di San Giovanni Battista di Monza, presa sotto la propria protezione da Ottone III il 10 luglio 1000 (Vismara 1979). La corte di Bulciago comprendeva Bulciaghetto, Centemero, Cibrone, Musico, La Cassina, Masnaga (Longoni 1985 b).
Nel XIII secolo, in alcune località rurali briantee, tra cui Bulciago e Cremella, non si trovavano già più semplici “homines”, ma “universitates”, comunità di associati che tendevano a rendersi libere dai signori feudali. Per reprimere tale tendenza, nel 1232 l’arciprete di Monza impose degli statuti agli uomini del luogo, dopo averne ricevuto il giuramento: la nomina di consoli e altri ufficiali doveva spettare all’arciprete o ad un suo messo, e non ai locali (Vismara 1979).
Comune e “consules” di Biolzagum (Bulciago) sono ulteriormente citati nel 1276 (Atti del comune di Milano sec. XIII).
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el locho da Biolzago” (Stella, Farina 1992).
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Bulciago risulta elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Cassina Bulciago con Bulciaghetto.
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Bulciago (che aveva sotto di sè il piccolo comune di Comalasco), compresa nella pieve di Missaglia, non era infeudata e pagava soldi 20 circa di “mezz’annata”; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 396 abitanti, non aveva consiglio, ma all’occorrenza si radunava su avviso del console, con l’intervento dei maggiori estimati e di un deputato; aveva un cancelliere con il salario annuo di lire 21, residente a Sibrone, al quale era demandata la custodia delle pubbliche scritture, non esistendo un archivio del comune (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Bulciago).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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