comune di Casate Nuovo sec. XIV - 1757
Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia.
Il toponimo è citato con sicurezza nel 1100, in una scrittura a mezzo della quale il chierico Ottone acquistava dai dodici decumani della chiesa metropolitana di Santa Maria alcuni beni e cedeva i suoi poderi nelle terre chiamate “in Casale Nuovo” (Cappellini 1954).
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano erano compresi, nella corte di Casate Nuovo, tanto “el locho da Casà Novo per li vicini” che “ancora li nobili da Casà Novo” (Stella, Farina 1992).
Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1456), il comune di Casatenovo era compreso nella pieve di Missaglia.
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Casate Nuovo risulta elencata tra le comunità della pieve di Missaglia (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Casate Novo.
In una congregazione del comune nel giorno di san Marco del 1645, gli uomini radunati chiesero di “porre certa regola al maneggio delle cose pubbliche”, le quali avevano nel tempo passato “assai patito per la pocha costante administratione dei pubblici interessi”. L’assemblea chiese la nomina di un sindaco “col salario solito” che provvedesse a dare cauzioni, a rendere i conti tutti i mesi, a riscuotere le tasse, a rendere i conti a fine anno, e non si allontanasse dalla pieve senza licenza degli uomini della comunità. La verifica dei conti doveva toccare a uomini eletti dalla comunità; ad un cancelliere doveva essere demandato il compito di redigere l’elenco delle taglie, in tre copie (Cappellini 1954).
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Casate Nuovo (che aveva sotto di sè Casate Vecchio, Campo Fiorenzo e Rogoredo), compresa nella pieve di Missaglia, era infeudata – dal 1692 (Casanova 1904) – al marchese Casati, al quale nulla contribuiva. Non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; di consueto la giustizia restava amministrata dal vicario della Martesana, presso la cui banca criminale prestava il console il suo annuale giuramento, pagando all’attuario soldi 18.3.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 1.042 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma solo due deputati, cancelliere e console, i quali regolavano gli interessi pubblici: il cancelliere, per essere pratico e abile, si riconfermava di anno in anno; presso il cancelliere, che aveva un salario di lire 60 annue, non esistendo archivio, restava “uno piccolo guarnerio dove si ripone quelle poche annotacioni e riparti” (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Casate Nuovo).
Con la compartimentazione territoriale che seguì la riforma del governo dello stato di Milano del dicembre 1755, preceduta da una politica di aggregazione dei comuni delineata già nel 1753 (Indice pievi Stato di Milano, 1753), a Casate Nuovo fu aggregato Campo Fiorenzo.
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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