comune di Osnago sec. XIII - 1757
Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Missaglia.
Il toponimo è citato (nella forma “Oxonaco”) nell’anno 950 (CDL, n. 592; Vismara 1979).
”Consules” di Osnago sono citati nel 1283 (Atti del comune di Milano 1277-1300).
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Missaglia, come “el locho da Osnago” (Stella, Farina 1992).
Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1456), il comune di Osnago era compreso nella pieve di Missaglia.
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Osnago risulta elencato tra le comunità della pieve di Missaglia (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Osnago.
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Osnago, compresa nella pieve di Missaglia, era infeudata – dal 1651 (Casanova 1904) – al marchese Lucini, al quale nulla corrispondeva; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale, lo iusdicente feudale era Felice Borsani, abitante a Milano, che aveva un onorario di lire 12 annue; il console prestava il suo annuale giuramento presso l’ufficio del vicario della Martesana, pagando all’attuario soldi 18.3.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora circa 1.000 abitanti, non aveva consiglio nè generale nè particolare, ma due deputati e il console, i quali agivano per il pubblico, sempre con la partecipazione dei primi estimati; le elezioni avvenivano in piazza “con la solennità prescritta dagli Ordini magistrali alla presenza del iusdicente”, le cariche duravano “finché piaceva alla comunità stessa”; il cancelliere aveva un emolumento annuo di lire 50; le scritture erano tenute “in buon ordine in un vestaro con chiave in casa del primo estimato”; gli esattori si eleggevano in pubblica piazza all’incanto (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Osnago).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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