comune di Piona sec. XIII - 1757
Le poche famiglie di massari che costituivano la comunità di Piona, nel contado di Como, accanto alla comunità monastica ivi costituita nel XII secolo, furono soggette nel medioevo alla giurisdizione del priorato di San Nicolao, al quale pagavano fitti e decime.
Da un documento del 16 dicembre 1240 circa una controversia tra la chiesa arcipretale di Gravedona e il monastero di Piona si apprende che il priore del monastero deteneva anche il titolo di rettore o sindaco (”rector”): aveva cioè la facoltà di reggere in nome proprio l’amministrazione civile delle comunità di Piona e Olgiasca.
Dopo la soppressione del priorato di San Nicolao di Piona, avvenuta verso la metà del XV secolo, l’ammministrazione dei beni e dei diritti di pesca in Piona, e dei beni siti in Valtellina, affittati a coloni, venne affidata ad un commendatario, non residente in luogo.
Al commendatario di Piona (il primo di cui si ha notizia sicura, nel 1488, è il milanese Daniele Birago) competeva oltre alla giurisdizione spirituale (per cui nominava il vicario perpetuo o cappellano della parrocchia di Piona-Olgiasca) anche la temporale, con il diritto di eleggere il podestà, che doveva amministrare la giustizia a Olgiasca e Piona.
I documenti pervenutici testimoniano un progressivo stato di decadenza della commenda di Piona nel corso del XVI e del XVII secolo; alla metà del XVIII secolo, comunque, le comunità di Piona e Olgiasca dipendevano, almeno per l’amministrazione della giustizia, dal podestà di Gravedona.
Con bolla del 12 febbraio 1567 papa Pio IV aveva concesso al nobile Antonio Maria Quadrio feudatario di Colico il giuspatronato di Piona, e cioè il diritto di presentare una persona idonea a coprire la commenda, ogni volta che divenisse vacante (l’ultimo commendatario cessò nel maggio del 1798) (Fattarelli 1982).
Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Piona era una terra “di niuna pieve nel contado di Como”, con Olgiasca costituente “un feudo antico ecclesiastico e commenda”, allora goduto dal cardinale Cavalchino; era sottoposta al podestà feudale Francesco Sinistrario, residente a Gravedona, al quale nulla corrispondeva.
Il comune di Piona consisteva in sei fuochi, “compresi però la casa del vicario e della Bazzia”, aveva sotto di sè le terre di Olgiasca e Gero: “tutti li detti comuni” non pagavano che 55 brente di vino e lire 60 annue in denaro al commendatario “per sua ricongnizione”; la comunità non aveva ufficiali, deputati, cancelliere, archivio, agenti. Nel 1751 la comunità di Piona contava 23 abitanti (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Piona e Olgiasca).
Nel compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757), Piona figura aggregato al comune di Colico, nella pieve di Sorico, compresa nel contado di Como.
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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