comune di Galbiate sec. XIV - 1757
Comune del Monte di Brianza, appartenne alla pieve di Garlate.
Il toponimo è citato nell’anno 887 (ASMi, MD, n. 153; CDL, n. 339; Vismara 1979).
Nel 1162 l’imperatore Federico I concesse all’abate di Civate un diploma che confermava i possessi dell’abbazia, anche quelli acquisiti per feudo e per contratto con privati, e interdiceva a tutti ogni ingerenza e potestà sulle cose e uomini dell’abbazia: tra i beni e le località era elencata Galbiate (da intendersi non come l’intero villaggio, ma come più o meno vasti poderi nel territorio della località) (Bognetti, Marcora 1957).
Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano era compreso, nella pieve di Garlate, come “el locho da Galbià” (Stella, Farina 1992).
Nella compartizione dell’estimo del Monte di Brianza (anno 1456), il comune di Galbiate era compreso nella pieve di Garlate.
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Galbiate risulta elencato tra le comunità della pieve di Garlate (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa anche Galbiate.
Dalle risposte fornite nel 1751 ai 45 quesiti della real giunta del censimento, si desume che a quel tempo la comunità di Galbiate, compresa nella pieve di Garlate – già infeudata con le comunità delle pievi di Garlate e Oggiono nel 1538 a Giovanni Agostino d’Adda (Casanova 1904) – non era infeudata, essendosi redenta il 18 settembre 1671 come da istromento rogato da Francesco Giorgio Ottolina notaio di Milano; non vi risiedeva iusdicente nè regio nè feudale; riconosceva il giudice di Milano e il console era solito prestare giuramento presso la banca criminale del capitano di giustizia di Milano.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, la comunità, che aveva allora 934 abitanti “collettabili” e 130 “non collettabili”, aveva il suo consiglio particolare, composto da ventiquattro deputati, dai quali ogni anno veniva eletto un sindaco procuratore, responsabile dell’ordinaria amministrazione e con l’incarico di formare le taglie, con l’assistenza di quattro deputati; nei casi straordinari, si riuniva tutto il consiglio per deliberare; la comunità aveva un cancelliere, con emolumento di lire 60 annue; in passato aveva sempre avuto un procuratore, con emolumento di filippi 10, a riserva degli ultimi anni, in cui “per risparmiare” si era avvalsa del sindaco; vi era infine un esattore, eletto mediante appalto ogni tre anni (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Galbiate).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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