comune di Varenna sec. XIII - 1757
Comune della riviera di Lecco, fu capo di pieve.
Varenna fu originariamente un modesto villaggio, nominato almeno dall’anno 769 (Brivio 1985).
La chiesa di San Giovanni Battista in Varenna fu anticamente sotto la giurisdizione dell’arciprete di Monza: da un diploma di Alessandro III del 1169 si rileva che dal prelato dipendeva anche la corte di Varenna, con un rapporto quindi non solo spirituale ma anche temporale; la dipendenza è confermata in un privilegio dato nel 1188 da Clemente III.
Nel 1169 si rifugiarono in Varenna gli abitanti fuggiaschi dell’Isola comacina, saccheggiata dai comaschi dopo la sconfitta subita dai milanesi (di cui gli isolani erano alleati) contro il Barbarossa.
Due atti del 1188 e 1189 testimoniano di una vendita dei beni della corte di Varenna agli uomini del borgo da parte di Oberto, arciprete di Monza. Il rafforzamento politico della comunità, sottolineato anche, dal lato religioso, dalla difesa del rito patriarchino di Aquileia portato dagli isolani, portò a uno smembramento dell’antica pieve di Varenna, comprendente il Monte omonimo (con Perledo, Regoledo, Bologna, Gisazio, Gittana, Regolo, Tondello, Vezio) ed Esino, che rimasero legate alla comunità della Valsassina. Nella spartizione del territorio, il castello di Vezio rimase a Varenna.
Nel 1294 l’arcivescovo Ottone Visconti confermò al comune di Varenna la concessione di pascoli sullo Zuccone di Campelli, versante bergamasco, già allo stesso fatta dai suoi predecessori tra 1176 e 1185 e tra 1187 e 1195 (Pensa 1974-1977).
Il comune di Varenna ebbe propri statuti, che, al contrario di quelli delle altre terre della riviera di Lecco, non ci sono pervenuti.
Nel capitolo 202 degli statuti di Milano del 1396, nel quale erano fissati i limiti delle giurisdizioni nella cause civili, è elencato il “commune” di Varenna; nel capitolo “de iurisdictione iusdicentium” è detto che Varenna godeva “di mero e misto impero” come Mandello, Dervio, Bellano: la giurisdizione di Varenna, ancora autonoma nel XV, risulta dipendente da quella di Mandello dal XVI secolo, parte del contado della riviera dal 1537.
Negli estimi del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti fino al XVII secolo, Varenna risulta inserita nella riviera di Lecco (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
In un prospetto comprendente tutte “le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale”, risalente al 1572 (Terre Ducato di Milano, 1572), era compresa Varenna, nella riviera di Lecco.
Le ville comprese nella giurisdizione del comune di Varenna (coincidente con i confini della pieve) non arrivarono mai ad avere una propria autonomia: alla metà del XVIII secolo facevano parte del comune di Varenna Fiume Latte, Cassina in Olivedo, Vedrigniano, Pianca, Bellotto (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
A Varenna si riuniva ogni anno il consiglio generale (vicinanza) degli abitanti maschi per l’elezione dei sindaci, che dovevano essere due, scelti tra le persone più probe del paese ed in grado di saper fare rispettare i diritti della comunità; fin dagli inizi del XV secolo Varenna aveva un caneparo, che gestiva il gettito delle taglie, dazi, pedaggi, gabelle di ragione della camera ducale; il convocato dei consiglieri metteva all’incanto i dazi comunali (Adami 1925; Adami 1926; Adami 1927; Pensa 1980; Varenna 1980).
Secondo quanto riportato nelle risposte ai 45 quesiti della real giunta del censimento, nel 1751 Varenna, capo di pieve, compresa nella riviera di Lecco, era infeudata a Ercole Sfondrati, conte della rivera, al quale pagava lire 213 annue. Per le cause criminali la comunità dipendeva dal podestà feudale di Mandello, “con patente per Varenna”, al quale pagava un salario di lire 42 annue, per le civili dal luogotenente feudale di Mandello, residente a Varenna, presso la cui banca, “nelle mani del notaro”, prestava giuramento il console.
Per quanto riguarda gli organi e gli aspetti della vita amministrativa, il comune di Varenna con Fiume Latte “non aveva consiglio, ma formava di tempo in tempo la sua vicinanza nella piazza del comune”, dove si proponevano e stabilivano gli affari della comunità; due sindaci, eletti ogni anno, erano responsabili dell’amministrazione e conservazione del pubblico patrimonio e della vigilanza sulla giustizia dei pubblici riparti, formati da uno dei due sindaci. La comunità non aveva cancelliere, ma “per antica consuetudine” ne suppliva le funzioni uno dei due sindaci.
Nel 1751 la comunità di Varenna con Fiume Latte contava 564 abitanti (Risposte ai 45 quesiti, 1751, Varenna).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Saverio Almini ]
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