podestaria di Mandello sec. XIV - sec. XVI

Il podestà di Mandello, di cui gli statuti locali del XIV secolo stabilivano i doveri verso la carica e la comunità, era tenuto ad amministrare il diritto e la giustizia civile e criminale nella giurisdizione a lui assegnata, rappresentando in essa l’autorità superiore dello stato.
A norma degli statuti, il podestà (iusdicente o pretore) al principio del suo ufficio (stabilito dal XV secolo in un biennio) era tenuto a giurare in presenza di rappresentanti della comunità fedeltà agli statuti e al proprio mandato. Tra i compiti del podestà rientravano quello di ricevere le denunce fatte dai consoli (ma anche dai servitori del comune o dai campari) di violazioni degli statuti; far rendere conto agli esattori dei loro conti; visitare tutte le strade ogni anno; controllare periodicamente i prestini e le osterie; presiedere le adunanze della comunità.
La podestaria di Mandello si ritrova tra gli elenchi degli offici del dominio visconteo-sforzesco, nel distretto di Como, nel 1420 e nella secondà metà del XV secolo (Guastella 1936; Santoro 1948; Santoro 1968).
Da quando la pieve di Mandello venne infeudata, il diritto di nomina del podestà (rimanendo sostanzialmente invariati i suoi doveri verso la comunità, la sua giurisdizione, il complesso delle sue competenze) passò al feudatario.

ultima modifica: 12/06/2006

[ Saverio Almini ]