comune di Andreola sec. XVI - 1757
Acquistata nel 1624 dal vescovo Michelangelo Seghizzi, la cascina e il territorio di Andreola passarono, con la mediazione di Stefano, fratello del prelato, alla mensa vescovile; quest’ultima la cedette nel 1633 a Paolo Baino e da costui, attraverso successivi passaggi, giunse nel 1795 a prete Giovanni Martani. Il territorio di Malguzzana fu invece proprietà della famiglia lodigiana De Lemene che, nel 1650, eresse l’oratorio dedicato a s. Antonio (Agnelli 1917 a).
Dalla documentazione disponibile sia fiscale sia amministrativa, le due località sembrano avere sempre costituito un unico soggetto da un punto di vista fiscale e amministrativo (Tassa sui cavalli; Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753). Nel 1751, all’atto del rilevamento disposto dalla Regia Giunta per il Censimento, la comunità era composta da 205 anime e si dichiarava autonoma. Privo di organi consigliari, il comune era costituito da un console, un deputato ed un cancelliere. Il primo era tenuto ogni anno a prestare giuramento al banco criminale del podestà di Lodi ed aveva uno stipendio annuo di lire 12 lire e soldi 8. Il deputato, eletto annualmente, aveva funzioni di controllo sulle entrate del comune e per ogni decisione dipendeva strettamente dal consenso dei maggiori estimi della comunità. Infine, il cancelliere – al momento dell’inchiesta non residente in loco- era responsabile delle scritture pubbliche, custodite presso la propria abitazione per la mancanza di un archivio o “stanza pubblica”.
L’amministrazione della giustizia era di competenza del podestà di Lodi. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3044).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Andreola con Maguzzana risulta compreso nella VII delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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