comune di Comazzo sec. XVI - 1757

La più antica attestazione del “vicus” di Comazzo risale al 10 dicembre 859, quando Antelmo “de Audiciago” vi acquistò una casa con corte, orto, aia, vigna e torchio (CDL I).
Passata a Milano nel corso dei conflitti che nel secolo XII opposero Lodi alla città ambrosiana, Comazzo fu restituito al contado lodigiano nel 1198.
Negli elenchi della decima papale del 1261 risulta compreso nella pieve di Bariano.
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Superiore (Tassa dei cavalli ), al quale risulta ascritto anche nella documentazione a carattere fiscale ed amministrativo successiva (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nel 1751, inoltre, Comazzo aggregava le frazioni di Molino, Torchio, Cassina de’ Frati, Mairana e Cassina Nova. Nello stesso anno, l’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il censimento- accertò che la comunità – infeudata alla famiglia cremasca dei Pertusati dal 1661 (Agnelli 1917 a), era costituita da 500 anime. Il podestà feudale – nel 1751 residente a Rivolta-riceveva il giuramento del console della comunità; il luogotenente del podestà feudale, residente in loco, assisteva alla ripartizione dei carichi fiscali.
Gli interessi pubblici erano amministrati solitamente da un deputato, un console e un cancelliere; in caso di necessità, comunque, si poteva convocare il popolo. Console e deputato erano eletti il primo giorno dell’anno; con il cancelliere provvedevano alla ripartizione dei carichi fiscali.
Il cancelliere era sempre a disposizione di ciascun interessato della comunità, era residente in loco e conservava presso di sè la documentazione pubblica. Riceveva un salario di cento lire.
Il comune di Comazzo non aveva procuratori a Milano (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3045).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Comazzo risulta compreso nella II delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
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ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]