comune di Galgagnano ecclesiastico 1657 - 1757
Galgagnano è attestato almeno dalla prima metà del sec. X, quando fu investito al vescovo di Lodi dall’imperatore Ottone I; allo stesso secolo risale probabilmente il “castrum”, menzionato nel 1002 tra le proprietà dell’episcopato lodigiano (Caretta 1979; CDL I). Tali diritti sulla località furono confermati alla chiesa lodigiana da Federico I (1164) e da Enrico VII (1311): in questo periodo l’amministrazione della comunità era affidata a campari nominati dal vescovo (CDL II 1).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Superiore e comprendeva Cagnola e Mondugone (Tassa dei cavalli).
Nel 1657 la comunità fu divisa in Galgagnano laico e Galgagnano ecclesiastico. Alla metà del Settecento, all’atto dell’indagine promossa dalla Regia Giunta per il Censimento, Galgagnano ecclesiastico era sottoposto alla giurisdizione del podestà di Lodi, al quale console e deputato prestavano l’annuale giuramento. Il comune non aveva consiglio; in particolari occasioni però gli interessati deliberavano secondo il benessere della comunità. L’ordinaria amministrazione era affidata a un console e a un deputato, eletti ogni anno dalla popolazione; al deputato competeva inoltre la custodia della documentazione pubblica, anche se il comune stipendiava un proprio cancelliere, al momento dell’indagine residente a Lodi. In occasione dei pubblici riparti si provvedeva ad eleggere con pubblico incanto l’esattore, che restava in carica per un triennio (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3045).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Galgagnano, con le frazioni di Cagnola e Vercellona risulta compreso nella V delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
ultima modifica: 13/10/2003
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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