oratore sec. XVI - 1757
L’oratore rappresentava la città di Lodi in Milano, dove risiedeva. In età spagnola competeva a lui la trattazione dei “negotij più gravi”, con l’assistenza di alcuni decurioni per le cause più importanti, “massime per quella della Muzza che tanto preme alla città” (Vigo 1983).
Era eletto dal Consiglio generale con mandato biennale: nella capitale egli presentava le questioni che si discutevano a Lodi, intercedeva per i decurioni che impetravano concessioni, rappresentava ufficialmente la città in occasioni di particolare importanza (accoglienza dei sovrani in visita a Milano, presentazione di condoglianze, etc.), occasioni nelle quali era accompagnato da due o tre delegati cittadini incaricati dalla comunità (Conca 1991).
La riforma amministrativa progettata nel 1755 e resa esecutiva nel 1757 confermò al Consiglio maggiore la nomina dell’oratore, purché la scelta avvenisse entro una rosa di tre nominativi proposta dai Prefetti di Patrimonio; requisito essenziale era un patrimonio di almeno quattromila scudi d’estimo nel territorio lodigiano. Confermate le sue competenze, nella “Pianta delle provvidenze” si sottolineò, in particolare, la necessità che l’oratore mantenesse stretti contatti coi due consigli cittadini e con la Congregazione del Patrimonio; durante i soggiorni a Lodi, inoltre, l’oratore era ammesso alle sedute della Congregazione dei prefetti e del Maggior Consiglio, presso i quali godeva del diritto di voto consultivo (Pianta per il governo di Lodi, 1755; Pianta per il governo di Lodi, 1757).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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