servitori del comune sec. XII - sec. XV
Attestati dalla fine del sec. XII, i “servitores communi” affiancavano consoli di giustizia e “consules de communi” nelle minute incombenze dell’amministrazione della giustizia (Caretta 1978). Alla fine del Trecento, le loro mansioni furono regolate dagli Statuti cittadini: scelti ogni anno da quattro “boni cives” designati dal consiglio dei dodici sapienti, essi dovevano aver compiuto vent’anni d’età, abitare in Lodi o nei sobborghi, ed essere confermati dal collegio dei dodici, prestando giuramento e versando una cauzione annuale di venticinque lire imperiali. Ai servitori spettava procedere alla consegna delle citazioni, al pignoramento di beni e compiere arresti su ordine dei magistrati della città e del distretto, nonché effettuare ambasciate e missioni per conto del comune e dei suoi funzionari. I notai dell’ufficio di provvisione erano incaricati di riportarne i nomi su un apposito registro, conservato “in camera armarii” (Statuta et ordinamenta Civitatis Laudae).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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