comune di Marudo sec. XVI - 1757
La località di Marudo è attestata almeno dalla seconda metà del secolo IX, quando fu donata dall’imperatore Lamberto al monastero di S.Cristina “de Ollona” (Agnelli 1917 a); come “Maturo” è documentata anche nel 972, quando il vescovo Andrea concesse al monastero lodigiano di S.Pietro l’esenzione dalle decime sulle proprietà site presso questa località (CDL I). Negli elenchi della decima papale del 1261 Marudo risulta compresa nella pieve di S.Angelo (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Superiore ed aggregava la frazione di Marudino (Tassa dei cavalli).
Alla metà del Settecento, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, Marudo, abitato da 140 anime, si dichiarava separato dalla comunità di Marudino . Nonostante questo, le due comunità risposero insieme alle domande formulate dalla giunta per il censimento. Secondo tale fonte, la comunità di Marudo con Marudino dipendeva dalla giurisdizione del podestà di Lodi, al quale il console del luogo prestava annuale giuramento. Era priva di organi consigliari ma, in particolari circostanze, gli interessati si riunivano per deliberare secondo l’utile della comunità. Unici officiali erano il console, eletto dai maggiori interessati, e il deputato, scelto a rotazione tra i maggiori estimi.
Al cancelliere, al momento dell’inchiesta residente a Caselle, la comunità di Marudo con Marudino corrispondeva qualche emolumento; a Marudino, presso il primo estimato, era conservata l’esigua documentazione della comunità. Ogni due, tre anni si provvedeva infine alla nomina dell’esattore, nominato con asta pubblica (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3046).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Marudo con Marudino risulta compreso nella X delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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