comune di Motta Vigana sec. XVI - 1757
Motta Vigana è identificabile con la località che ricorre come Cà di Giacomo e Antonio Motta nelle fonti fino alla metà del Settecento (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, la comunità apparteneva al Vescovato Inferiore di Strada Piacentina e comprendeva la frazione di Cà del Giovannino de Frà (Tassa dei Cavalli).
Nel 1751, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento,Cà di Giacomo e Antonio Mottacontava 263 abitanti ed era del tutto autonomo, dipendendo esclusivamente dalla giurisdizione del podestà di Lodi; a questi, dunque, prestavano giuramento il console e il deputato del comune.
Privo di organismi rappresentativi, il comune si radunava all’occorrenza; l’ordinaria amministrazione era affidata a un deputato e al console, eletti ogni anno sempre nella cerchia dei maggior estimi. Completava l’organico amministrativo un cancelliere, residente a Brusada, al quale la comunità corrispondeva solo “qualche recognizione”: a lui era affidata la custodia del “picolo archivio” posto nella sacrestia dell’oratorio della Beata Vergine. La riscossione delle taglie era infine appaltata a un esattore, eletto con pubblico incanto (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart.3047).
Nell’Indice delle Pievi risulta che nel 1753 Motta Vigana era ancora compreso nel vescovato Inferiore di Strada Piacentina(Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Motta Vigana risulta compreso nella XIV delegazione del vescovato Inferiore (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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