comune di San Vito sec. XVI - 1757
S. Vito ebbe origine dall’omonimo monastero fondato nel 1039 dal conte Ilderardo da Comazzo, con ricca dotazione fondiaria – compresa la corte di Casale Lupano detta di S. Vito – progressivamente acquisita dall’episcopato lodigiano.
Nella seconda metà del Duecento era compreso nella pieve di Camairago; nel 1302 quanto restava delle proprietà dell’ente fu incorporato al patrimonio del cenobio cistercense di Cerreto (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato inferiore di strada Cremonese (Tassa dei cavalli), al quale risulta ascritto anche nella documentazione a carattere amministrativo del Settecento (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Alla metà del sec. XVIII, l’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che S. Vito contava 67 abitanti ed era comunità autonoma, dipendente dalla giurisdizione del podestà di Lodi, al quale il console prestava giuramento. Era ancora di proprietà dei Cistercensi di Chiaravalle e, nel pagamento dei carichi fiscali era aggregata a Castiglione. Priva di organi rappresentativi, la comunità era amministrata unicamente dal conduttore della possessione (Risposte ai 45 quesiti, 1751).
Comune autonomo nel 1753 (Indice pievi Stato di Milano, 1753), nel Compartimento territoriale del Contado lodigiano del 1757 risulta aggregato a Camairago (editto 10 giugno 1757).
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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