comune di Sesto sec. XVI - 1757
Il territorio di Sesto è attestato almeno dal 1127, in relazione a proprietà fondiarie destinate da Ruggero di Cerro alla fondazione dell’ospedale di S.Leonardo a Lodivecchio (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina (Tassa dei cavalli), il comune apparteneva al Vescovato Inferiore di Strada Piacentina e costituiva un solo comune con Pergola; tale assetto sopravvisse anche al riassetto territoriale di metà Settecento, come attestato dalla documentazione a carattere fiscale ed amministrativo (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Alla metà del sec. XVIII l’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che Sesto contava 149 abitanti ed era feudo dei Bollagnos. I feudatari erano rappresentati da un giusdicente, probabilmente residente a Pizzighettone, e da un luogotenente; il console della comunità prestava giuramento al podestà di Lodi per il criminale e all’attuario del minor magistrato. Privo di organi consigliari, il comune era amministrato da un deputato, eletto annualmente dai maggior estimi in occasione del riparto; completava l’organico della comunità un cancelliere, residente a Borghetto e responsabile delle scritture della comunità dal 1744, mentre quelle anteriori erano custodite dagli esattori e dai cancellieri scaduti; il comune gli corrispondeva un salario annuo di lire 14.1. La riscossione delle imposte era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3047)
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Sesto con Pergola risulta compreso nella XIV delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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