comune di Zelasca sec. XVI - 1757
La località di “Celascha” è attestata almeno dal 1267, in relazione ai diritti di decima esercitati sul suo territorio dall’episcopato lodigiano (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, la comunità di Zelasca Biffa apparteneva al Vescovato di mezzo e comprendeva Zelasca Odena e Cà de Cesarei ( tassa dei cavalli); nel 1648 fu infeudato ai Masserati (Agnelli 1917 a).
Ancora parte del Vescovato di mezzo, nel compartimento territoriale del 1751 Zelasca aggregava Cà Cesarea e Cà Nova (Compartimento Ducato di Milano, 1751). L’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento, accertò che il comune, di circa 1.250 anime, era infeudato con quello di Lodi Vecchio al Collegio ungarico e germanico di Roma.
la comunità era priva di organi consigliari; l’ordinaria amministrazione era nelle mani di un deputato, eletto annualmente tra i maggiori estimi, il cui operato dipendeva dal loro consenso; tutti gli estimati provvedevano alla ripartizione delle imposte. Il comune era dotato anche di un cancelliere, residente a Lodi, salariato con lire dodici l’anno. Era sua la responsabilità delle scritture pubbliche, conservate presso la sua abitazione non esistendo un archivio o “stanza pubblica”. La comunità, infine, ogni due o tre anni confermava oralmente l’esattore, precedentemente scelto con asta pubblica (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3044).
Almeno dal 1753 la comunità risulta unita a Cà de Zecchi(Indice pievi Stato di Milano, 1753).
ultima modifica: 10/01/2005
[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]
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