comune di Castiglione sec. XIV - 1784
Già parte integrante del distretto bresciano, come testimonia l’estimo visconteo del 1385, che lo poneva nella “quadra de Monteclaro et de Castro Zuffredo” (Valentini 1898), nel 1404 Castiglione veniva unito allo stato gonzaghesco (definitivamente nel 1441), anche se per un quarantennio doveva subire le alterne fortune dei Visconti, dei Malatesta, della Repubblica di Venezia e dei Gonzaga. Come territorio di nuova acquisizione e rientrando fra quei possedimenti che costituivano il cosiddetto “mantovano nuovo”, Castiglione delle Stiviere veniva assegnato alternativamente al ramo principale e alle linee cadette dei Gonzaga, e divenne sede di marchesato nel 1559, poi principato dal 1610, regolato nel civile e nel criminale secondo gli statuti alessandrini, emanati a metà del XV secolo e in vigore fino alle riforme teresiane (Marocchi 1990). Nel 1773 il principato di Castiglione fu aggregato al mantovano. Nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), Castiglione era sede di pretura.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, negli anni settanta del settecento lo “stato totale delle anime” della cmunità contava circa 6.000 unità (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Riguardo all’amministrazione della comunità, il principe Francesco Gonzaga concesse nel 1615 gli ordini per la sua conduzione. La comunità di Castiglione delle Stiviere doveva essere governata da un consiglio generale, un consiglio di governo e un consiglio di governo con l’aggiunta. Le altre istituzioni previste, nominate dal consiglio di governo, erano quelle di uno o due cancellieri, di due consoli, di tre ragionati, di uno o due massari e di “tutti li mestrali che faranno bisogno”. I consoli e i ragionati svolgevano il controllo sull’attività del massaro, a cui era demandata l’amministrazione delle entrate ed uscite della comunità. I ragionati avevano inoltre l’onere della custodia e conservazione dell’archivio comunitativo. I mestrali o ministeriali avevano tra l’altro il compito di notificare le citazioni e di assistere i consigli alle porte, controllando che nessuno dei consiglieri entrasse con armi. Il consiglio di governo poteva inoltre nominare i cavalieri sopra le vettovaglie e i cavalieri sopra le strade. Tutti i funzionari dovevano prestare giuramento nelle mani del principe o di un rappresentante “di non trattare nè consigliare cosa alcuna contro la persona o lo stato del principe” (Inventario 1999; Ondei 1968; Marocchi 1991).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, negli anni settanta del settecento, oltre al consiglio di governo e consiglio di governo con l’aggiunta, si aveva un altro consiglio della sopraggiunta”, formato dai consiglieri del primi due consigli a cui si aggiungevano altri ventiquattro membri (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
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