comune di Dosolo sec. XIV - 1784
Già appartenente al cremonese, Dosolo entrò a far parte del mantovano nella prima metà del sec. XV e nel 1478 venne assegnato al ramo cadetto dei Gonzaga che avrebbero originato le signorie di Bozzolo, Sabbioneta e Gazzuolo, per ricongiungersi, insieme a Gazzuolo, nel 1573 al dominio mantovano, regolato secondo gli statuti pubblicati nel 1483 da Francesco e Gianfrancesco Gonzaga (Parazzi 1893-1899; cfr Liva 1993). Nel 1750 per il piano de’ tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova (piano 15 marzo 1750), Dosolo dipendeva dalla pretura di Gazzuolo. Nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), Dosolo dipendeva dalla pretura di Viadana, come nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), quando veniva specificato il suo ambito territoriale formato da Dosolo, sede del vice – gerente, con Correggio Verde, Panguanetta e Villa Strada.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1774 il territorio della comunità era composto da Dosolo e Villa Strada, ai quali erano aggregati i “comunetti” di Correggio Verde e Panguanetta (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, nel 1774 lo “stato totale delle anime” della comunità contava 3300 anime (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1774 la comunità “per interesse di Dosolo e Villa Strada, ad esclusione di sopraddetti comunetti di Panguanetta e Correggio Verde” aveva il “diretto dominio” sopra il fondo denominato Garagna, e sopra “diverse casette e picciole proprietà”, tra cui la casa Sartoretti di Mantova, che fruttavano una rendita annua a favore del comune (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Le prime notizie relative all’organizzazione amministrativa del comune di Dosolo risalgono al 1292, quando in un atto compaiono, con gli altri dei paesi vicini, i deputati e i sapienti del consiglio del comune, governato presumibilmente secondo gli statuti cremonesi. Dopo l’avvento dei Gonzaga il comune si resse secondo gli statuti di Sabbioneta, pubblicati nel 1483 (Parazzi 1893-1899).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1774 gli organi di autogoverno della comunità erano la vicinia generale, il consiglio generale, un ragionato, un massaro e un cancelliere, che aveva tra l’altro l’onere della cura e conservazione dell’archivio comunitativo. La vicinia generale si teneva nel primo giorno di ogni anno e nominava gli “uffiziali della comunità e massaro” e anche quelli della digagna. In seguito il consiglio generale, a cui partecipavano anche due deputati dei comunetti di Correggio Verde e Panguanetta, deliberava circa i “pubblici rapporti dei carichi”, demandando al ragionato la redazione del “libro in cui si dà a cadaun possidente e testante la rispettiva quota di debito”, che veniva consegnato infine al massaro per la riscossione. Il consiglio generale era formato da dodici deputati, fra i quali a turno era scelto il reggente del mese, che doveva occuparsi della “diurna amministrazione unitamente al massaro”. La comunità riconosceva un onorario anche al pretore, al deputato all’annona, al procuratore, al corriere, al console, al tenente di campagna, ai deputati assistenti ai conti consuntivi, al campanaro, all’orologiaio, al medico, al fante, al maestro, all’organista, al chirurgo, al predicatore dell’avvento e della quaresima (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
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