comune di Gazzuolo sec. XIV - 1784
Già appartenente al cremonese, nel 1403 Gazzuolo si donava ai Gonzaga (Bergamaschi 1883). Compreso fra i territori assegnati a Carlo Gonzaga tra il 1444 e il 1456, in seguito alla divisione dello stato gonzaghesco (Mantova 1958-1963), Gazzuolo venne assegnato nel 1478 al ramo cadetto dei Gonzaga che avrebbe dato origine al marchesato di Gazzuolo. Nel 1525 da Gazzuolo veniva staccato Belforte, che otteneva la propria autonomia amministrativa ed era costituito in comune. Nel 1573 Gazzuolo, insieme a Dosolo, veniva reintegrato al ducato mantovano (Bergamaschi 1883). Nel 1750, in base al piano dei tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova del 1750 (piano 15 marzo 1750), Gazzuolo era sede di pretura, come nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772). Nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), Gazzuolo con Noce Grossa, Pomara e Belforte veniva assegnato alla pretura di Bozzolo.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 al territorio della comunità di Gazzuolo erano aggregati i colonnelli di Belforte, Pomara e Noce Grossa (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
La popolazione della comunità di Gazzuolo nel 1521 era di 1.500 abitanti, nel 1599 era scesa a 820 unità, per risalire nel 1617 a 1.640 soggetti (Coniglio 1963). Dalle risposte ai 47 quesiti, nel 1775 lo “stato totale delle anime” contava circa 3.000 abitanti, di cui 494 “collettabili” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, risulta che nel 1775 la comunità aveva “entrate proprie” nell’affitto di una casa e nell’“affittanza della vendita del vino per esercire ostaria regalia”. Possedeva inoltre l’edificio adibito a sala delle unioni, archivio degli atti e rogiti pubblici (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Riguardo all’organizzazione amministrativa, la comunità di Gazzuolo si reggeva sugli statuti emanati nel 1483 per ordine di Gianfrancesco Gonzaga, ai quali erano soggetti anche anche i comuni di Rivarolo, Dosolo, San Martino, Bozzolo, Rodigo, Sabbioneta e Isola Dovarese. Questi statuti riportavano alcune indicazioni sulle funzioni del vicario generale, luogotenente dei signori, e sull’obbligo dei comuni di nominare annualmente in pubblico consiglio i campari (Parazzi 1893-1899; cfr Liva 1993).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 il principale organo di autogoverno della comunità era il consiglio. Vi era anche una “pubblica vicinia”, di cui non sono note le prerogative. Altre magistrature della comunità erano un cancelliere, che oltre l’“incombenza di stendere sul libro le ordinazioni del suddetto consilio ed altri obblighi”, era tenuto alla cura dell’archivio comunale, il depositario per la riscossione delle imposte, e il massaro. La comunità riconosceva un onorario al pretore, al procuratore, al sollecitatore, al corriere, al console, al tenente di campagna, al bargello per la vigilanza dei danni campestri, al predicatore quaresimale, all’“orologere”, al campanaro, al maestro, all’organista (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
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