comune di Porto sec. XIV - 1784
Aggregato alla città di Mantova nel secolo XIII (Davari 1903), negli anni immediatamente seguenti alla erezione del ducato di Mantova, avvenuta nel 1530, Porto era sede di un commissario (Mantova 1958-1963), mentre agli inizi del secolo XVII era residenza di un governatore (Magini 1967). Nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), il territorio di Porto era soggetto alla giurisdizione del capitano di giustizia e del podestà di Mantova, mentre nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), Porto con Montada, Soave e parte di corte Orsina, feudo imperiale già soggetto al comune, dipendeva dalla pretura di Mantova.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 “lo stato totale delle anime” della comunità ammontava a circa 2.000 anime, distinte nelle parrocchia di Sant’Antonio, Soave e Santa Maddalena (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, nel 1775 la comunità possedeva una casa, situatata nella fortezza di Porto, abitata dal birro (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 gli organi principali di autogoverno della comunità erano la vicinia generale, i quattro deputati e il massaro, che dipendendo per il resto dai “dicasteri della città”. Il massaro o esattore, eletto dalla vicinia generale, aveva il compito di “riscuotere le tasse rusticali e pagare le spese comunitative” ed era inoltre responsabile della tenuta e conservazione delle scritture pubbliche. Altri funzionari stipendiati erano il sottomassaro, il console, il birro (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
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