comune di Rivarolo sec. XIV - 1784
Già appartenente al cremonese, nel 1415 Rivarolo Fuori (così denominato perchè fuori dai confini dello stato di Milano) passò al dominio mantovano (Guidetti 1985). Compreso fra i territori assegnati a Carlo Gonzaga tra il 1444 e il 1456, in seguito alla divisione dello stato gonzaghesco (Mantova 1958-1963), Rivarolo venne assegnato nel 1478 al ramo cadetto dei Gonzaga che avrebbe dato origine al marchesato di Rivarolo nel 1577, aggregato alternativamente alle signorie di Sabbioneta e di Bozzolo (Guidetti 1985; Boriani 1984). Dopo l’aggregazione del principato all’impero, avvenuta nel 1746 (Mantova 1958-1963), Rivarolo veniva integrato al mantovano dopo il 1771 (Vivanti 1959). Nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), Rivarolo faceva parte della pretura di Bozzolo, come nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1772 il territorio della comunità era costituito da Rivarolo con Cividale (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, nel 1772 lo “stato generale delle anime” della comunità contava 2.800 anime, di cui “nell’ordinario se ne cottizzano al numero di 700 all’incirca e nello straordinario nel numero di 500” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1772 la comunità possedeva tre case, due delle quali destinate ad uffici comunitativi e alloggio del satelizio, la terza data in affitto. Aveva ancora un argine detto “dei due ponti”, che fruttava una rendita annua “per li scalvi che si fanno su di esso” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Riguardo all’organizzazione amministrativa, la comunità di Rivarolo si reggeva sugli statuti pubblicati nel 1478 e in vigore dal 1483 per ordine di Gianfrancesco Gonzaga, ai quali erano soggetti anche anche i comuni di Sabbioneta, Dosolo, San Martino, Bozzolo, Rodigo, Gazzuolo e Isola Dovarese. Questi statuti riportano alcune indicazioni sulle funzioni del vicario generale, luogotenente dei signori, e sull’obbligo dei comuni di nominare annualmente in pubblico consiglio i campari (Parazzi 1893-1899; Liva 1993). Nel 1610 vennero emanati da Isabella di Novellara, tutrice e curatrice del figlio minorenne Scipione Gonzaga, altri statuti (Statuti 1993).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1772 il principale organo di autogoverno della comunità di Rivarolo era il consiglio, formato da dodici deputati. Altri funzionari della comunità erano un cancelliere, che aveva “l’incombenza di stendere le ordinazioni del soddetto consiglio e di riportare a libro mastro li conti”, un esattore ordinario, che aveva anche “l’amministrazione de’ grani pubblici”, un esattore straordinario, un esattore della tassa del riparto, un esattore della spelta e due ragionati. I ragionati della comunità avevano l’obbligo di tener “regolato ogni qualunque conto appartenente alla comunità”. Avevano il compito di redarre i mandati di pagamento, “far girare in copia li calmieri de’ grani”. Dovevano inoltre tener aggiornati i deputati circa irregolarità “nelle scopelelature de’ sacchi che sono destinati alla molitura o nell’introito ed uscita del pubblico granaio”. I ragionati avevano infine la “direzione” dell’archivio comunitativo, “dovendo questi esser pronti a presentare ogni qualunque scrittura che faccia opportunità”. La comunità riconosceva un onorario anche ai pesatori e scopellatori dei sacchi di Rivarolo, Cividale e Bina, al sosprintendente delle fabbriche e strade di Rivarolo e Cividale, ai regolatori dell’orologio di Rivarolo e Cividale, al servidore, al corriere, ai custodi delle tre porte del recinto, al console di Cividale, al predicatore dell’avvento, al medico, al chirurgo, ai maestri (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/7000589/