comune di San Giorgio sec. XIV - 1784
Aggregato alla città di Mantova agli inizi del secolo XIII (Bertolotti 1893; Bonaglia 1985), negli anni immediatamente seguenti alla erezione del ducato di Mantova, avvenuta nel 1530, San Giorgio era sede di un commissario (Mantova 1958-1963). Nel 1750, dopo il piano de’ tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova (piano 15 marzo 1750), San Giorgio era aggregato alla pretura di Due Castelli. Nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), il territorio di San Giorgio era soggetto alla giurisdizione del capitano di giustizia e del podestà di Mantova, mentre nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), San Giorgio con Casaletto, Tenca, Ghisiolo, Motella, Caselle e Fossamana, dipendeva dalla pretura di Mantova.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 “lo stato totale delle anime” della comunità di San Giorgio contava 1556 anime collettabili e 656 non collettabili (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, nel 1775 la comunità possedeva una casa, in parte goduta dal console della comunità, in parte affittata a lire 120 (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento risulta che nel 1775 gli organi principali del comune, “sottoposto al regio ducal magistrato camerale di Mantova”, erano il consiglio generale e tre reggenti. Il consiglio generale, convocato nel mese di giugno di ogni anno (nel rilievo al 35. quesito è detto “al principio dell’anno”), era formato dai possidenti e dai capifamiglia di campagna ed eleggeva i tre reggenti, il massaro e il console. In seguito giudicava il resoconto delle entrate e delle uscite dell’anno concluso e fissava il “riparto”delle imposizioni del nuovo anno. A quest’ultima operazione partecipava anche “uno de’ signori possidenti civili che intervien e accudisce allo stesso riparto”, nominato dal regio ducale magistrato camerale di Mantova. I tre reggenti “invigilano la comunità, invigilano anche alla legalità dei pubblici riparti e si ellegono a nome di tutta la comunità ed ogni tre anni si mutano”. Accanto a queste magistrature, vi era il massaro, che, nominato dal consiglio generale della comunità, aveva il compito di “tener li conti” ed “esiger li denari del estimo” ed era inoltre responsabile, insieme al procuratore, delle scritture pubbliche, poichè “la comunità non ha archivio”. Vi era inoltre un console, con il compito di “prender ordini dal regio ducal magistrato e portarli ai reggenti e dar fori bollettoni” e un bargello (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 01/12/2006
[ Giancarlo Cobelli ]
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