colonnello di Schinevoglia sec. XIV - 1784
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, negli anni settanta del settecento il colonnello di Schinevoglia faceva “comune da sè, sollo dipende a pagare in cassa alla comunità generale di Revere di quel tanto si vien attassato per cadaun anno”.
Lo “stato generale delle anime” della comunità contava circa 1000 unità, di cui 140 “collettabili” e 860 “non collettabili”.
La comunità era retta da due reggenti e da un console che aveano la “caricha d’invigilare la ministrazione della medesima, de publici reparti de cariche e agravi di detto commune”. Questi erano eletti in occasione dell’“unione di tutti li interessati”, che venivano convocati “per mezzo del console … in casa di un posidente che sia comodo alla piazza”, per la resa dei conti. Il console aveva il dovere di “esigere e pagare, sempre però con ordine de regenti”, mentre “li difetivi” erano riscossi dal barigello, secondo “la lista sotto schrita da regenti e dal pretore”. che, convocato annualmente “circa in gennaio, febbraio ed anche in marzo … mediante il previo avviso datogli dal console”, provvedeva allo “scomparto dell’imposta generale fissata in Revere, coll’intervento di tutti li reggenti” e delle altre eventuali tasse. I reggenti tenevano anche “il libro mastro, unitto con li recapiti di ragione della parochiale”, non avendo la comunità l’archivio. La comunità pagava un onorario anche al campanaro “per tener incustodia l’orologio” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Giancarlo Cobelli ]
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