massaro sec. XIV - 1573

Il massaro era il responsabile degli uffici amministrativi del comune. Negli statuti bonacolsiani veniva stabilito che il massaro durasse sei mesi, e fosse coadiuvato nella sua opera da due notai, un copista “exemplator” e un ministeriale. Era compito del massaro “l’amministrazione generale delle entrate ed uscite, la compilazione del bilancio quindicinale, cui erano tenuti tutti gli ufficiali del fisco della città, mentre quelli del contado presentavano un rendiconto mensile. Allo spirare di ogni mese il massaro, alla presenza del giudice delle condanne, illustrava una relazione, al cui esame erano deputati sei fra i sapienti, mentre le relazioni contabili dei singoli ufficiali venivano esaminate dai revisori dei conti. In base ai risultati emersi, il podestà tutti i mesi presentava al consiglio generale o dei sapienti proposte atte ad aumentare gli introiti e a diminuire le spese” (Vaini 1986 b; Mantova 1958-1963).
Negli statuti gonzagheschi i compiti del massaro, che rimaneva in carica a seconda del volere del signore, venivano ridimensionati (Vaini 1994). Rimaneva responsabile in genere degli affari finnanziari del comune, avendo la supervisione dei dazi, dell’incanto di tutte le entrate, comprese quelle della tavola grossa ossia delle mercanzie, come il controllo di tutte le spese del comune. Mensilmente e alla fine di ogni anno “raccoglieva i libri degli ufficiali da consegnare “deputatis rationes fiendas”. Alle sue dipendenze aveva il massaro dei dazi e il tesoriere (Vaini 1994). Accanto a questi compiti, il massaro doveva controllare le credenziali dei giudici, per verificare i loro titoli. Egli procedeva all’insediamento dei funzionari, si occupava della pubblica beneficenza, custodiva gli atti del comune, come i campioni dei pesi, delle misure e delle monete. Insieme al giudice dei dazi, aveva la vigilanza sulle case pericolanti, con il potere di imporre le necessarie ristrutturazioni, e, nel caso di inadempienza, di farle vendere o affittare a persone che le avrebbero restaurate (Mantova 1958-1963).
Nel 1573 l’ufficio del massaro, con quelli dei maestri delle entrate e del fattore generale veniva soppresso e i suoi organici confluirono in un’unica magistratura finanziaria che era quella del magistrato camerale (Navarrini 1974).

ultima modifica: 10/01/2005

[ Giancarlo Cobelli ]