cancelleria sec. XV - sec. XVII
Se i precursori dei cancellieri sono da ricercarsi nella figura del “dictator comunis” (Navarrini 1988), e se la prima riforma della cancelleria si può far risalire a Gian Francesco Gonzaga, marchese dal 1433 (Piani Mantova 1967), le prime notizie organiche sulla cancelleria dello stato mantovano risalgono ad un progetto di riforma del 1543, attribuito ad Ercole Gonzaga, anche se già gli statuti gonzagheschi, redatti tra la fine del trecento e i primi anni del quattrocento, prevedevano delle particolari funzioni per i cancellieri, distinti fra “secretarii” o “cancellarii” o “scribe”, addetti alla scrittura degli atti, “consiliarii” e “vicarii”, con una certa differenziazione dei compiti fra di essi, introdotta sembra dal dicembre 1400. Nel sec. XVI compariva nell’organico della cancelleria anche la figura del “primus secretarius”.
Nel progetto del 1543 vi era la proposta di organizzare la cancelleria in quattro sezioni, affidata a quattro segretari, mentre un altro segretario doveva occuparsi della spedizione dei documenti. Fra la fine del cinquecento e l’inizio del seicento la struttura della cancelleria era costituita da funzionari denominati, in ordine decrescente di dignità, “consiglieri”, “segretari” e cancellieri. Comparivano anche altre distinzioni come “segretari di stato” e “segretari del consiglio”. Dell’organico della cancelleria facevano parte anche un servitore di cancelleria e un chiavaro (Borgogno 1966; Torelli 1920).
Dopo il sacco di Mantova del 1630 la cancelleria veniva ricostituita e riorganizzata dal duca Carlo Gonzaga di Nevers (Piani Mantova 1967). In una disposizione del 1628 relativa alla divisione dei “negotii in audienze, speditioni di dispacci e segnature di memoriali”, venivano definiti l’ordine delle “udienze” del signore e le competenze dei diversi funzionari della cancelleria. Dopo avere stabilito che “ogni mattina … sentiremo il gran cancelliere e gli altri ministri di cancelleria separatamente” e dopo aver definito il calendario delle udienze del signore (lunedì: udienza pubblica; martedì spedizione dei “memoriali riservati alla persona nostra”; mercoledì: udienza “ai capi d’ufficio, maggiorduomo maggiore o mastro di casa, cavallerizzo maggiore o suo luogotenente, luogotenenti generali del principe, capitani di guardia; venerdì: udienza del presidente del senato, del presidente del maestrato, del capitano di giustizia, del podestà, dell’avvocato fiscale e del fiscale; sabato: udienza dell’auditore di camera, del commissario degli ebrei, del collaterale, del provveditore della città, del giudice del paradiso), venivano fissate le competenze dei diversi magistrati, “affinché tutti i ministri di cancelleria sappiano quello che sarà di loro carico particolare”.
Il gran cancelliere doveva trattare “i negotii della città e stato di Mantova che riguardano l’amministratione della giustizia e conservatione di giurisditione e confini e haverà la soprintendenza de’ dispacci”. A tre diversi segretari di stato venivano assegnati rispettivamente i memoriali “di Francia con l’aggionta delle lettere di Fiandra e Inghilterra e il dispaccio di Venetia”, quelli di “Roma con l’aggionta delle lettere di Fiorenza e Napoli”, e i “negotii delle lettere del Monferrato”. Un segretario di camera “haverà cura dell’altre lettere diverse, raccoglierà i memoriali e secondo le cariche di ciascuno, veduta la qualità di essi, gli distribuirà e sottoscriverà le speditioni di camera dei memoriali nostri”. Un segretario doveva sottoscrivere i memoriali del consiglio del principe e doveva occuparsi con “particolare cura dei memoriali del Monferrato”. Un altro segretario infine doveva leggere i memoriali nel consiglio del principe e prendersi cura dei documenti latini e di altre spedizioni di cancelleria. La redazione dei documenti era affidata ai cancellieri, che dipendevano dai diversi segretari, “non dovendo però gli uni ricusare il servitio degl’altri, secondo che verrà loro ordinato dal gran cancelliere”. L’organico della cancelleria era completato da cassieri e usceri (divisione 1628).
Nel corso del secolo seguirono altre disposizioni relative all’organizzazione della cancelleria. Dall’ordine dell’8 gennaio 1643, essa risultava costituita dai seguenti funzionari. Il consigliere e segretario di stato, che partecipava a tutti gli affari di stato, essendo presente a tutti i consigli, consulte e magistrati segreti, apponendo il “vidit” alle spedizioni”. Il segretario di stato, che subordinato al consigliere e segretario di stato, partecipava agli affari e ai consigli secondo disposizioni superiori; doveva fare “i rescritti alle suppliche” e dare le commissioni secondo gli ordini ducali; aveva “l’obbligo di essere presente alla cancelleria, sovrintendendo alle spedizioni”. Il segretario di camera era addetto alla stesura delle lettere ducali e di quelle dei principi, curando inoltre le spedizioni per le corti estere e presenziando alle consulte. Il segretario dei complimenti era al servizio del primo segretario e segretario di stato, e, in qualità di segretario della consulta, redigeva i pareri e le risoluzioni emesse. Il cancelliere di camera aveva il compito di rilasciare il porto d’armi e redarre tutte le spedizioni e lettere, secondo le disposizioni dei ministri. Il cancelliere d’onore, come il registrante, era addetto alla registrazione dei decreti, delle patenti, delle suppliche, delle grazie e di tutte le altre spedizioni soggette a tale vincolo. Il cancelliere curava la stesura dei decreti e di tutte le lettere.
Secondo l’ordine del 17 agosto del 1646, l’oganigramma della cancelleria era composto dai seguenti magistrati. Il primo consigliere e segretario di stato curava la spedizione dei dispacci al monferrato e all’ambasciata di Munster, sovrintendendo quelli per la Francia. Il segretario di stato era inaricato delle spedizioni per Venezia, Germania e Roma; insieme al primo consigliere e segretario di stato, convocava i consigli, curava i ricorsi e i rapporti con le altre magistrature della città e stato di Mantova, dando e opportune disposizioni. Il segretario dei complimenti interveniva alle consulte, redigendone i rescritti e i memoriali, trasmettendo le disosizioni secondo gli ordini, e curava i rapporti con Firenze, Parma e gli stati confinanti. Il segretario curava la redazione delle lettere della principessa e il rilascio delle licenze d’armi, soprintendeva a tutte le spedizioni, stlandone le minute, assisteva ai consigli e alle consulte, redigendone i verbali. Il cancelliere era alle dipendenze del primo consigliere e segretario di stato, mentre il registrante annotava in appositi registri le grazie, i decreti ed ogni altro documento soggetto a tale vincolo.
Dall’ordine del 27 giugno 1658 l’organigramma della cancelleria risultava costituito da un primo consigliere e segretario di stato che aveva la cura degli affari dello stato mantovano, un consigliere e segretario di stato che aveva il compito di seguire i rapporti con Roma e la Germania, un segretario di stato che si occupava delle relazioni con Roma e la Germania, soprintendendo alla cancelleria e redigendo le lettere della duchessa madre, un segretario di camera incaricato della segreteria della camera ducale e degli affari con la Spagna, ed infine un segretario dei complimenti per la redazione delle lettere di complimento.
Con l’ordine del 16 giugno 1661 veniva sancita la distinzione da una parte della carica di consigliere, nel numero di sei, e dall’altra di quella di ministro e segretario di stato. Ai primi era delegata “la soprintendenza su tutti i giusdicenti dello stato e la direzione di tutti gli affari della città che non sono di competenza del senato, magistrato camerale, capitano di giustizia, podestà”, ai secondi la “direzione degli affari esteri e rescrizione degli ordini ducali inerenti la città e stato di Mantova curati dai consiglieri di stato”. Veniva stabilito inoltre che i segretari di cancelleria dovevano convocare i consiglieri, per comunicare loro le volontà del duca; essi dovevano esprimere i loro pareri a maggioranza assoluta sulle deliberazioni in discussione, che venivano poi riferiti al duca dai segretari, che in seguito dovevano prendere le opportune disposizioni. Si precisava che le commissioni dovevano essere effettuate solo dai capi d’ufficio.
Con il decreto del 14 agosto 1673 veniva ridefinito il sistema di conferimento delle competenze ai vari funzionari della cancelleria, non più assegnate a cariche precise, ma concesse secondo “una attribuzione nominativa delle varie incombenze”. Veniva disposto che tutti i ministri di cancelleria e i segretari di stato avevano l’obbligo di aprire e leggere le lettere di competenza al cospetto del duca; in caso di sua assenza dovevano portarle in consiglio per la discussione, riferendone in seguito al duca per la decisione finale. Le suppliche per certificati di giustizia dovevano essere deliderati in consiglio, mentre quelli di grazia erano concessi dopo l’approvazione del duca. Tutte le spedizioni dovevano essere sottoscritto dal segretario e dal ministro di turno (Fantini D’Onofrio 1988).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Giancarlo Cobelli ]
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