parrocchia di Ognissanti sec. XIV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Mantova. Nel 1610 risulta una delle 19 parrocchie urbane censite dalle costituzioni sinodali del venerabile Francesco Gonzaga, vescovo di Mantova (Constitutiones 1610).
Attualmente fa parte del vicariato urbano dei Santi Apostoli.
La dedicazione ad Ognissanti risale al secolo XII, in base alla bolla di papa Adriano VI del 1159 (Torelli 1914). E' stata sede di una comunità benedettina dipendente dal monastero di San Benedetto in Polirone, che gestiva un ospizio a favore dei monaci che dalla campagna si recavano in città. Ognissanti all’inizio ebbe come superiore un priore e assunse la cura d’anime probabilmente nel secolo XIV, epoca in cui figura tra le parrocchie di città di Mantova appartenenti alla Congregazione ab extra (cioè all’associazione dei parroci della città, fatta eccezione dei sacerdoti della Cattedrale che formavano la Congregazione ab intra).
La parrocchia venne affidata al monaco priore, fino a circa il 1430, quando il monastero di Polirone (e quindi quello di Ognissanti) aderì alla riforma dell’Ordine benedettino, detta di Santa Giustina; da allora la cura d’anime venne esercitata da un sacerdote designato dall’abate e nominato dal vescovo.
Menzionata nella visita pastorale del cardinale Ercole Gonzaga, vescovo di Mantova, nell'anno 1553, vi si annota che è di ragione dei monaci di San Benedetto, per i quali serve un cappellano, con provvigione di 100 lire, un "carro" di vino e quattro sacchi di frumento (Putelli 1934).
Il papa Innocenzo X nel 1653 dispose che la cura pastorale della parrocchia fosse assunta da un vicario perpetuo, proposto dall’abate e nominato dal vescovo della diocesi.
Nel 1789, al tempo della riforma austriaca del comparto parrocchiale della città di Mantova, la parrocchia di Ognissanti venne soppressa e il suo territorio venne aggregato alla nuova parrocchia di San Giacomo in Sant’Orsola (Comparto parrocchiale di Mantova, 1789).
Nel 1793 la parrocchialità di Ognissanti venne ripristinata, con l’affidamento dell’ufficio di parroco a un monaco benedettino. Dal 1797, soppresso il monastero dei benedettini ad opera del governo francese, la cura d’anime cominciò ad essere esercitata da un sacerdote secolare di nomina vescovile; da allora, la nomina del parroco è di libera collazione.
Nel 1837 si contano 2800 anime da comunione (Visita Bellè 1837-1840).
La popolazione, globalmente considerata, conta 981 abitanti, di cui 331 da comunione, nel secolo XVII (Visita Vialardi 1689), 3828 abitanti all’inizio del secolo XX (Visita Origo 1901) che divengono 3305 nel 1985 quando la chiesa è officiata dal parroco e da un vicario parrocchiale (Annuario diocesi Mantova 1985).
Ebbe alle sue dipendenze la chiesa sussidiaria di Sant'Orsola (Visita Bellè 1837-1840; Rosso 1851) e l'oratorio dell'Immacolata Concezione delle Ancelle della Carità (Visita Origo 1901).
La sua giurisdizione comprendeva anche il civico ospedale (Visita Origo 1901).
All’inizio del secolo XX sono presenti la confraternita del Santissimo Sacramento, attestata in precedenza anche nel 1689 (Visita Vialardi 1689) e nel 1837 (Visita Bellè 1837-1840), e le pie unioni di San Mauro e di Sant'Anna (Visita Origo 1901).
ultima modifica: 03/03/2004
[ E. Lucca, Cooperativa Charta - Mantova ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/7100005/