parrocchia della Beata Vergine Maria e di Sant'Ippolito martire sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Mantova. Se nel 1576 la chiesa parrocchiale porta il titolo di “Sancti Hippoliti, sitta in villa et loci Gazoldi” (Visita Peruzzi 1575), nella visita pastorale del 1900 la chiesa è dedicata a Sant'Ippolito e Maria Assunta (Visita Origo 1901), mentre attualmente reca il titolo della Beata Vergine Maria e Sant'Ippolito martire (Annuario diocesi Mantova 2001).
Le prime notizie documentate relative alla chiesa gazoldese risalgono alla visita apostolica del 1576, quando viene riconosciuta la condizione di “nullius diocesis” alla chiesa parrocchiale di Sant’Ippolito di Gazoldo. Il 28 gennaio 1605 la chiesa di Gazoldo viene definita “nullius dioecesis Provinciae Aquileiensis”, dipendente cioè direttamente dalla Santa Sede. L’8 aprile 1803 la parrocchia “nullius dioecesis” di Gazoldo veniva aggregata alla diocesi di Mantova, cessando tutte le immunità e i privilegi in precedenza goduti (Navarrini 1993). Nel 1817 la parrocchia di Gazoldo appartiene al vicariato XVII di Goito (Elenco sacerdoti diocesi Mantova, 1817), mentre nel 1843 la medesima parrocchia risulta far parte della vicaria foranea di Marcaria nel distretto VIII della provincia di Mantova (Prospetto diocesi Mantova 1843), sino al 1887 quando viene inserita nel vicariato foraneo di Rivalta (Stato clero diocesi di Mantova 1887). Nel 1927 la parrocchia di Sant’Ippolito martire è inserita nel vicariato foraneo di Castellucchio (Stato clero diocesi di Mantova 1927), dove permane sino al 1967 quando è compresa nel vicariato n. 3 di San Carlo Borromeo (RDMn 1967). Nel 1987, perduta la personalità civile dell'ente "chiesa parrocchiale", alla parrocchia della Beata Vergine Maria e Sant'Ippolito martire viene conferita la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto (decreto 15 gennaio 1987 a).
Nel territorio della suddetta parrocchia, inclusa nel comune di Gazoldo degli Ippoliti, oltre alla chiesa arcipretale, nel 1765 erano presenti ed officiati quattro oratori intitolati all’Angelo custode, a San Francesco d’Assisi, alla concezione di maria Vergine e ai tre Santi Francesco (Navarrini 1993).
Circa la popolazione della parrocchia di Gazoldo, se nel 1576 sono numerate 600 circa “anime da comunione” (Visita Peruzzi 1575), nel 1814 sono contati 1009 abitanti (Navarrini 1993). Nel 1850, delle 287 famiglie dimoranti nella parrocchia, 843 sono ammesse alla comunione e alla cresima (Visita Corti 1850), mentre nel 1900 la popolazione si attesta sulle 1350 unità (Visita Origo 1901).
Se nel 1576 si ha notizia che la chiesa parrocchiale era retta da un curato (Visita Peruzzi 1575; Navarrini 1993), nel 1606 il parroco riceve il titolo di arciprete con la giurisdizione e i privilegi spettanti al rettore di una parrocchia “nullius diocesis”. L’arciprete era considerato prelato inferiore di terza classe per avere territorio separato e quindi esercitava la piena giurisdizione quasi vescovile. Nel 1765 il clero della parrocchia era di 16 sacerdoti oltre ai chierici con tre compagnie vestite (Navarrini 1993). Nel 1850 erano presenti il parroco ed un curato (Visita Corti 1850); mentre nel 1961 vi era il solo parroco (Annuario diocesi Mantova 1961).
La parrocchia “nullius diocesis” di Sant’Ippolito martire era di giuspatronato “ex fondatione et dotatione” di pertinenza dei conti Ippoliti, titolari del feudo di Gazoldo, diritto confermato nel 1606 e che “rimase agli Ippoliti sino all’estinzione della famiglia; nella visita pastorale … del 1883 è ancora testimoniata questa prerogativa della famiglia comitale, mentre nel decreto di nomina del parroco … del 1897, gli Ippoliti non compaiono più” (Navarrini 1993). Tuttavia nella visita pastorale del 1900 viene confermato che la parrocchia è “di nomina della nobile famiglia Gazoldo” (Visita Origo 1901). Dal 1927 "per rinuncia degli eredi della famiglia Gazoldo al diritto di patronato, la parrocchia è divenuta 'in perpetuo' di libera collazione" (Nomina parroci diocesi di Mantova, 1901-1958).
Nel 1780 la parrocchia di Gazoldo aveva “una dotazione consistente in: una pezza di terra arativa per metà vineata di nove biolche in contrada Le Madonne; una pezza di terra arativa e vineata di dieci biolche posta in contrada Fossadolto; una pezza di terra prativa di due biolche circa, sita in Gazoldo; una pezza di terra arativa di tre biolche in contrada Levata; una pezza di terra arativa e vineata di dieci biolche e ventinove tavole in contrada Levata confinante con la Seriola vecchia; una pezza di terra prativa e arboriva di due biolche e mezza vicino al mulino; una pezza di terra arativa, vineata e arboriva in contrada via Bascarella di sette biolche” (Navarrini 1993). Nel 1850 presentava uno stato economico costituito da 1631,905 lire tra le attività e 1552,72 lire tra le passività (Visita Corti 1850). Nel 1900 il reddito del beneficio parrocchiale ammontava a lire 1203 ” (Visita Origo 1901).
Se nel 1576 i parrocchiani sono definiti “oboedientes et reverentes” (Visita Peruzzi 1575), nel 1900 le condizioni morali degli abitanti di Gazoldo sono così definite: “il popolo è in generale di indole buona e docile, ama ed ascolta il proprio parroco e concorre con zelo pel riattamento della chiesa e il decoro delle sacre funzioni” (Visita Origo 1901).
Nel territorio della parrocchia è testimoniata dal 1576 la presenza della compagnia del Santissimo Corpo di Cristo o del Santissimo Sacramento, costituita da 125 confratelli (Visita Peruzzi 1575; Navarrini 1993). Pure nel 1850 viene nominata la sola confraternita del Santissimo Sacramento, formata da 36 confratelli (Visita Corti 1850), confermata anche nel 1900 (Visita Origo 1901).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Giancarlo Cobelli ]
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