parrocchia di San Michele arcangelo sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Mantova; fino al 1977 appartenne alla diocesi di Verona. Già dedicata nel secolo XII alla Beata Vergine Maria, l’antica parrocchiale di Monzambano avrebbe perso il titolo di parrocchia verso la fine del secolo XV, in quanto “per maggior comodità degli abitanti venne dagli stessi costruita la nuova chiesa di San Michele, che fu poi due volte ampliata ed elevata certamente negli anni 1470 e 1498” (Bresciani 1955). In seguito negli atti delle visite pastorali compiute dai vescovi veronesi alla parrocchia di Monzambano, la chiesa parrocchiale appare intitolata a San Michele arcangelo, dedicazione che tuttora conserva (Annuario diocesi Mantova 2001).
Se l’antica parrocchiale, sita nel castello di Monzambano ed eretta in onore della Beata Vergine Maria, viene identificata con il “monasterium Sancte Marie juxta Menzium quantum ad ius spectat parochiale”, citato nell’elenco riportato dalla bolla papale del 1145 in cui sono enumerate le cinquantacinque pievi di pertinenza della diocesi di Verona (Biancolini 1761; Bresciani 1955; Tosi 1998), nella visita pastorale del vescovo Valier del 1605, la chiesa parrocchiale di Monzambano era compresa nella vicaria della pieve di Peschiera (Visite pastorali 1605), mentre nel 1844 risulta compresa nella vicaria di Pozzolengo (Chiarello 1977). Nel 1977 la parrocchia di San Michele arcangelo, compresa nel comune di Monzambano, in provincia di Mantova, veniva ceduta dalla diocesi di Verona a quella di Mantova (Tosi 1998). Attualmente la parrocchia di San Michele è compresa nel vicariato n. 4 di San Luigi Gonzaga (Annuario diocesi Mantova 2001). Nel 1987, perduta la personalità civile dell'ente "chiesa parrocchiale", alla parrocchia di San Michele arcangelo viene conferita la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto (decreto 15 gennaio 1987 a).
Nel territorio della suddetta parrocchia, oltre alla parrocchiale, sono presenti altri luoghi di culto. Nelle visite pastorali del vescovo Giberti degli anni 1525-1542 vengono ricordate la chiesa di Santa Maria “plebem nuncupatam, in castro eiusdem loci sitam”, la chiesa di San Bartolomeo, la chiesa di San Leonardo, l’oratorio della Santissima Trinità in Olfino, la chiesa di Santa Maria Annunciata “Disciplinatorum”, la chiesa di San Pietro (Fasani 1989; Saccoman 1998; Saccoman 1999), come nel 1605 (Visite pastorali 1605). Dal 1594 la chiesa di Santa Maria aggiunge la denominazione anche di San Biagio (Bresciani 1955). Nella visita pastorale del 1780, rispetto all’elenco degli oratori prima citati, non viene menzionato l’oratorio di San Leonardo, mentre compaiono in aggiunta la chiesa di San Giuseppe e la chiesa di Santa Caterina (Saccoman 1987; Saccoman 1998; Saccoman 1999). Nel 1844 sono menzionati l’oratorio della Santissima Trinità, la chiesa di Santa Caterina, la chiesa di San Pietro, la chiesa della Beata Vergine Maria detto la Disciplina, la chiesa della Beata Vergine Maria “in castro” (Chiarello 1977).
Circa la popolazione della parrocchia di San Michele, se nel 1529 sono enumerate “animas 700 vel circa ad comunionem” e l’anno successivo viene specificato “universae animae sunt numero 1500” (Fasani 1989), nel 1605 sono contate 1200 anime da comunione, “in totum 2000”, che vengono sostenzialmente confermate nel 1610 (“sub ipsa cura sunt animae a communione 1000 in circa et in totum 2000”) (Visite pastorali 1605). Nel 1636 le anime da comunione scendono a “300 circiter, in totum 600” (Visitationes 1632). Nel 1780 delle 2111 anime complessive della parrocchia di San Michele, 1700 sono da comunione (Visita Morosini 1780), mentre nel 1844 delle 2289 anime totali, 1429 sono ammesse alla comunione (Chiarello 1977).
Nel 1526 il clero della parrocchia di San Michele era costituito dal rettore, da un curato e da un cappellano (Fasani 1989), mentre nel 1605 sono nominati quattro sacerdoti (Visite pastorali 1605). Nella visita pastorale del 1780 appare che vi erano in parrocchia, oltre al parroco, altri 23 sacerdoti, un suddiacono e un diacono (Visita Morosini 1780). Nel 1844 vi erano invece l’arciprete, un cooperatore, quattro cappellani e quattro confessori (Chiarello 1977).
Se in occasione della visita pastorale del vescovo Lippomano del 1552 i borghigiani di Monzambano sostenevano che la chiesa di San Michele “est parochialis non dependens ab aliqua ecclesia praeterquam ab ecclesia Veronae”, dieci anni più tardi i monaci dell’Abbazia di Santa Maria in Organo di Verona, appoggiandosi alla disposizione papale del 16 novembre 1562 che attribuiva alla loro congregazione la pieve di Santa Maria di Monzambano, estendevano lo loro “podestà sulla parrocchiale di San Michele, edificata […] dagli abitanti di Monzambano e che in precedenza era stata sempre in governo di arcipreti secolari” (Bresciani 1955). Questo legame istituzionale è confermato anche nel 1605, quando nella visita pastorale viene affermato che “visitavit plebem Sancti Michaelis Monzambani, unitam monasterio reverendorum patrum Sanctae Mariae in Organo Veronae” (Visite pastorali 1605). In seguito, nel corso dei secoli XVII e XVIII, si aprirà un contenzioso tra la comunità di Monzambano e il monastero di Santa Maria in Organo per rendere la chiesa di San Michele parrocchiale e beneficio collativo (Bresciani 1955), fino al 1810 quando sono aboliti "gli antichi diritti degli olivetani, le concessioni regie e comitali delle chiese" (Tosi 1998).
Se nelle visite pastorali del vescovo Giberti degli anni 1525-1542 è riportato che la parrocchiale di Monzambano avesse un reddito variabile tra gli 80 ducati (1529) e i 120 ducati (1541) (Fasani 1989), nel 1610 il “redditus vero sunt scuti 500 de tronis septem pro uno quoque circa” (Visite pastorali 1605). Nella visita pastorale del 1844 si afferma che il beneficio parrocchiale aveva una rendita 870,20 lire tra le attività e 300 lire tra le passività (Chiarello 1977).
Dalle visite pastorali del vescovo Giberti, avvenute negli anni tra il 1525 e il 1542, si ha notizia della presenza di un ospedale “diruptum et devastatum”, dipendente dai frati di San Luca di Verona (Fasani 1989).
Dal 1526 è testimoniata la presenza della società della Beata Vergine Maria, la compagnia del Santissimo Corpo di Cristo, la confraternita della Disciplina “sub invocatione Sancte Marie” (Fasani 1989), mentre 1605, oltre alle citate confraternite della Beata Vergine Maria e della compagnia del Santissimo Corpo di Cristo, sono ricordate le società di San Rocco e del Santissimo Rosario (Visite pastorali 1605). Nella visita pastorale del 1636 sono nominate la confraternita del Santissimo Corpo di Cristo, quella di San Rocco e quella del Santissimo Rosario e la società della Morte (Visitationes 1632). Dalla visita pastorale del 1780 si ha notizia che erano presenti nella parrocchia la compagnia di San Rocco, la società della Beata Vergine Annunciata detta anche dei Disciplini, la confraternita della Buona Morte, la compagnia della Concezione, quella di Sant’Antonio, la confraternita del Santissimo Rosario, la compagnia del Carmine, la compagnia del Santissimo Sacramento (Visita Morosini 1780). Quest’ultima società è ricordata anche nel 1844, quando viene specificato che era composta da 44 confratelli (Chiarello 1977).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Giancarlo Cobelli ]
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