consiglio segreto sec. XVI - 1747
Istituito e regolamentato in età spagnola per assistere i governatori, spesso in difficoltà perché alle prese con ambienti a loro estranei ed ostili, il Consiglio segreto si caratterizzava per la sua natura consultiva e si vedeva attribuite, oltre alla funzione di giudice per gli appelli contro le sentenze di carattere fiscale emanate dai Magistrati ordinario e straordinario, competenze in materie di politica e di governo.
Nel corso del Seicento si affermò inoltre la pratica di affidare al Consiglio segreto il governo dello stato qualora la carica di governatore, alter ego del re, si fosse resa vacante per morte, cattiva salute o altro permanente impedimento. Tuttavia questa pratica non costituì mai una regola: il governo sarebbe toccato ad iterim al Consiglio solo in assenza di un dispaccio reale che assegnasse ad altri la suprema carica di rappresentante del sovrano (Signorotto 1996).
La composizione del consiglio variò considerevolmente nel corso dei secoli: mentre nel Cinquecento contava tra le sue fila persone scelte dal governatore senza regola fissa – si trattava per lo più di militari – a partire dai primi decenni del Seicento l’organico subì progressivi ampliamenti e mutamenti. Nei secoli XVII e XVIII si affermò infatti la consuetudine secondo cui potevano essere chiamati a far parte del Consiglio segreto solo coloro i quali avessero ricoperto alcune delle alte cariche dello stato – il gran cancelliere, i tre presidenti di Senato, Magistrato ordinario e Magistrato straordinario, il Capitano di giustizia, il Castellano di Milano, il Comandante “degli uomini d’arme” e sovente anche il Tesoriere – oltre ad alcune personalità di rilievo milanesi o spagnole (Annoni 1966; Pugliese 1924).
La sua particolare composizione rispetto ad altre istituzioni dello stato, fu causa di aspre e continue competizioni con il Senato, tribunale supremo: le solenni cerimonie religiose, in particolare quelle cui si attribuiva particolare significato politico – poteva trattarsi ad esempio delle processioni con il corpo di Carlo Borromeo, oppure delle funzioni per ricordare particolari vittorie militari, o ancora l’entrata in città di qualche principe – costituirono infatti motivo di contenzioso con il Senato (Signorotto 1996).
Il Consiglio segreto mantenne le proprie funzioni sino al momento delle grandi riforme di metà Settecento, quando venne sostituito, nel 1747, da due Giunte: una composta dal gran cancelliere, da un senatore e da un avvocato fiscale, incaricata di decidere sulla revisione delle sentenze del Magistrato ordinario e sulle grazie concesse dal governatore ma non approvate dal senato; un’altra detta “giunta interina”, composta dal gran cancelliere, dai presidenti del Senato e dei Magistrato ordinario e straordinario – dopo il 1749 dal solo presidente del Magistrato camerale – dal generale comandante e da uno o due avvocati fiscali, chiamata a reggere lo stato in caso di morte o assenza del governatore.
Nel 1753, “alle veci dell’abolito Consiglio segreto, tanto per il governativo quanto per le giustizie e specialmente per i casi di revisione delle tasse fiscali” (dispaccio 20 dicembre 1753) si costituì anche un Consiglio privato, composto dal gran cancelliere, dal presidente dei Senato e del Magistrato Camerale e dal comandante delle truppe (Annoni 1959; Annoni 1966; Arese 1979-1980; Bendiscioli 1957 a; Bendiscioli 1957 b; Capra, Sella 1984; Pugliese 1924; Signorotto 1996).
ultima modifica: 29/05/2006
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