consiglio di giustizia sec. XIV - sec. XVI
Magistratura di origine viscontea, il Consiglio di giustizia venne istituito intorno alla fine del XIV secolo, in seguito allo sdoppiamento – in Consiglio segreto e Consiglio di giustizia appunto – dell’organo consigliare di cui il signore di Milano si serviva per la direzione politica ed amministrativa di tutti i territori del dominio.
Inferiore al Consiglio segreto, a cui venivano riconosciute competenze di natura politica oltre che giurisdizionale, tale organo, costituito da un numero variabile di giureconsulti – i quali dopo un certo numero di anni venivano trasferiti al Consiglio segreto – era delegato a trattare esclusivamente le cause di natura civile.
Ma, dalla metà del Quattrocento, e soprattutto durante il governo di Galeazzo Maria Sforza, il Consiglio venne fortemente limitato nelle sue competenze e sempre più subordinato all’arbitrio del duca. I continui e crescenti bisogni finanziari spinsero infatti il duca a sottrarre al Consiglio di giustizia le cause civili di tale natura ed a subordinarle invece al giudizio delle magistrature finanziarie, in grado di accelerare le cause e quindi di garantire introiti più rapidi.
Il Consiglio era composto prevalentemente da giureconsulti milanesi che già in passato avevano ricoperto diverse cariche, quali maestri delle entrate, vicari o sindacatori generali, avvocati fiscali. E infatti negli anni ’80 del Quattrocento, dopo la presa di potere di Ludovico il Moro, questi stessi membri furono impiegati come ambasciatori.
Per la stesura degli atti ed il formale espletamento delle pratiche il Consiglio di giustizia disponeva di un proprio officio di cancelleria, composto da segretari e cancellieri, il cui numero variò nel corso degli anni a seconda delle necessità (Leverotti 1994; Leverotti 1997).
ultima modifica: 19/01/2005
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