magistrato politico camerale 1791 - 1796
Con reale dispaccio 30 gennaio 1791 il Consiglio di governo fu trasformato in un dicastero denominato Magistrato politico camerale, con l’incarico “di tutti gli affari politici ed economici per lo stato di Milano dipendentemente dalla Conferenza governativa” (dispaccio 30 gennaio 1791).
Il dicastero, formato da un presidente e sei consiglieri, conservò sostanzialmente la precedente struttura dipartimentale e il personale del cessato Consiglio di governo.
Alla carica di presidente venne allora nominato Giacomo Bovara, già vicepresidente del Consiglio di governo, mentre come consiglieri responsabili dei sei dipartimenti furono scelti, rispettivamente, Pietro Paolo Giusti, incaricato del primo dipartimento al posto del giubilato Pecis, Gaetano Roggendorf, Cesare Beccaria, Marco Greppi, Francesco Fogliazzi e Marsilio Landriani, tutti consiglieri anche nel cessato Consiglio di governo.
In seguito il posto di Giusti, divenuto commissario generale dei confini, venne preso da Franco Assandri, mentre Landriani, trasferito a corte, fu sostituito nell’incarico da Carlo Taverna (Arese 1979-1980).
Rimanevano da definire le attribuzioni del rinnovato organo esecutivo e da delineare i suoi rapporti con la Conferenza governativa, cui era riservata la suprema responsabilità di governo.
Un primo tentativo di codifica venne fatto con alcune norme provvisorie datate 17 aprile 1791, secondo le quali al Magistrato politico camerale, che continuava a risiedere nel palazzo del governo, spettava occuparsi di tutto ciò che riguardava “la corrente ed ordinaria amministrazione tanto economica che camerale a riserva però sempre di quanto a norma delle sovrane determinazioni deve spettare ai corpi pubblici o di quanto finora venne considerato e ritenuto di speciale pertinenza della Camera de’ conti o dell’Intendenza generale delle reali finanze […]” (norme 17 aprile 1791).
Per una più completa definizione della materia bisogna tuttavia attendere il 27 febbraio 1792, quando, con reale dispaccio, fu approvato il piano del Magistrato politico camerale, che ne stabiliva l’organizzazione, i dipartimenti, le competenze e le regole da osservarsi in materia sia politica sia camerale.
In base al citato dispaccio il Magistrato deteneva “l’autorità tutoria ed esecutiva per gli affari politici, economici e camerale dello stato di Milano, eccettuato quanto venne finora considerato di speciale appartenenza della Regia Camera dei conti, dell’Intendenza generale delle finanze, eccettuata la polizia e ciò pure che riguarda direttamente l’I.R. Monte di Santa Teresa, e quanto a norma delle sovrane determinazioni deve spettare ai corpi pubblici. Riservate essendo alla sovrana autorità ed alle direzioni e facoltà della Conferenza governativa gli oggetti di massima, le grazie e le deroghe ai veglianti ordini, l’emanazione o rinnovazione delle leggi o politici regolamenti ecc.”.
Accanto alle prevalenti competenze in materia economica e camerale il Magistrato doveva inoltre occuparsi della vigilanza sugli affari riguardanti la sanità e l’istruzione e del disbrigo di quelli religiosi, attraverso la Commissione ecclesiastica unita al dicastero.
Nella sua qualità di supremo organo economico e finanziario al Magistrato politico camerale facevano capo i ripristinati regi delegati e, per gli oggetti demaniali e camerali, le intendenze provinciali di finanza; esso esercitava poi una funzione di tutela sulle amministrazioni comunali, approvandone le imposte e le alienazioni e autorizzando le vertenze giudiziarie (Valsecchi 1959, Visconti 1910).
Oltre a specificarne le competenze il piano del febbraio 1792 intervenne anche sull’organico del dicastero, riducendo a quattro i suoi consiglieri; una misura che non pare tuttavia abbia avuto seguito (Arese 1979-1980).
Il Magistrato politico camerale venne soppresso con ordinanza del generale in capo dell’armata d’Italia e del commissario del Direttorio esecutivo della Repubblica francese datata 19 maggio 1796, quando furono dichiarati cessati anche il Consiglio generale dei decurioni e la Giunta interinale di governo (decreto 30 fiorile anno IV).
ultima modifica: 03/04/2006
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