direzione generale per le province italiane annesse e protette 1859 maggio 3 - 1859 luglio 31
Sin dalla metà dell’aprile del 1859 il clima europeo sembrava far precipitare gli avvenimenti verso la guerra tra l’alleanza franco piemontese e l’Impero austriaco. Il 3 maggio veniva istituita presso il ministero degli esteri di Torino – naturalmente senza essere resa pubblica per evitare proteste e complicazioni internazionali – la direzione generale delle province italiane, diretta dal Minghetti (che era segretario generale agli esteri) e divisa a sua volta in due uffici: uno per “le province unite ai regi stati”, affidato ad Antonio Allievi, al quale partecipò inizialmente anche il Farini, e uno per “le province poste sotto la protezione di S.M.”, diretto da Costantino Nigra.
La direzione – che venne poi istituita formalmente e resa nota con il decreto 11 giugno 1859 – fu dunque lo strumento di coordinazione tra il centro decisionale piemontese e i centri di amministrazione delle province annesse (Lombardia e Ducati, in base alla validità del voto di fusione del 1848) e delle province poste sotto la tutela della monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II (Emilia e Toscana). Non a caso anche ad essa fece capo la commissione Giulini, istituita per studiare il progetto di organizzazione politica, amministrativa e giudiziaria da applicarsi durante il periodo di transizione tra il vecchio e il nuovo ordinamento, cioè durante il periodo, che si prevedeva relativamente lungo, che sarebbe passato tra l’ingresso degli eserciti alleati in Lombardia e l’incorporazione definitiva delle province con le altre parti del regno.
Prima ancora che la sua esistenza fosse resa nota, la direzione promosse e diresse l’attività dei comitati insurrezionali delle città lombarde dopo l’inizio delle ostilità con gli austriaci attraverso l’invio dei commissari regi ai quali era stato affidato il compito politico di trasformare la guerra di popolo in guerra regia secondo il motto “Italia e Vittorio Emanuele”, cioè controllare e dirigere le insurrezioni popolari per evitare che risorgessero gli antichi municipalismi con le conseguenti polemiche che avevano caratterizzato la prima guerra di indipendenza e le inevitabili aspirazioni egemoniche delle antiche capitali.
l’Allievi, a cui era stato affidato l’ufficio province annesse, teneva i carteggi con i governatorati di Milano, Modena e Parma; sottoponeva al consiglio dei ministri i decreti preparati dalla commissione Giulini per l’approvazione; inoltrava con le istruzioni necessarie i decreti che si riteneva opportuno far pubblicare direttamente da ciascun governatore e teneva anche i collegamenti tra i governatori stessi per uniformare alle altre province eventuali provvedimenti presi (Raponi 1967).
La direzione delle province rimase operante fin dopo la formazione del ministero Rattazzi, che la soppresse con il decreto del 31 luglio 1859. Con questo decreto gli affari amministrativi delle province conquistate passavano di competenza ai singoli ministeri e di conseguenza furono tolti al governatore della Lombardia i poteri straordinari e la funzione di governo autonoma che gli era stata conferita l’8 giugno (Atti della commissione Giulini 1962; Raponi 1967).
ultima modifica: 19/01/2005
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