regia amministrazione centrale della Lombardia 1859 giugno 8 - 1860 novembre 1
Il decreto 8 giugno 1859 che era stato dato a Milano successivamente all’entrata in città di Vittorio Emanuele II e che tracciava le linee fondamentali dell’amministrazione temporanea centrale e periferica della Lombardia, prevedeva una struttura al cui vertice era posto il governatore, rappresentante del re ed investito dei pieni poteri per ciò che riguardava l’amministrazione degli affari civili; una segreteria generale, con a capo un funzionario con attribuzioni e competenze simili a quelle dei segretari generali dei ministeri ed una regia amministrazione centrale, cui erano attribuiti gli affari che, durante l’ultimo decennio della dominazione austriaca, erano stati di competenza della luogotenenza lombarda.
La regia amministrazione centrale della Lombardia si divideva in cinque sezioni: amministrazione politica; comuni, beneficenza e corpi morali; agricoltura, commercio e lavori pubblici; pubblica istruzione e culto; amministrazione della giustizia. A queste venivano equiparate la prefettura delle finanze, la direzione della contabilità di stato e la giunta di censimento, che avrebbero mantenuto la loro struttura originaria e le loro funzioni, così come la direzione delle pubbliche costruzioni e la direzione generale degli archivi amministrativi e politici.
Ogni sezione della regia amministrazione poteva dunque essere paragonata ad un ministero preposto ad un settore specifico della pubblica amministrazione. In particolare le attribuzioni dei cinque “rami di pubblico servizio” furono specificate da una circolare del 1 settembre 1859: la prima sezione, da cui dipendevano le intendenze generali delle province, i commissariati distrettuali e gli uffici di pubblica sicurezza, si occupava dell’amministrazione politica e aveva competenza sugli affari territoriali, sulle “licenze d’armi”, sulle associazioni “in quanto non siano industriali e agricole o per scopi letterari e scientifici”, sulla sicurezza pubblica, sulle case di lavoro forzato, sulla guardia nazionale, sull’anagrafe, la cittadinanza, l’emigrazione e sul personale delle intendenze, dei commissariati distrettuali e degli uffici di pubblica sicurezza cioè le questure provinciali e distrettuali.
La seconda sezione – beneficenza e corpi morali – si occupava degli affari relativi all’amministrazione comunale, alla beneficenza, ai militari, alle imposte dirette, al censo, agli affari residui del prestito austriaco, alle ricevitorie provinciali e alle esattorie, ai preventivi dello stato per il ramo dell’amministrazione politica.
Alla terza sezione erano attribuiti gli affari relativi all’agricoltura, al commercio e ai lavori pubblici, e dunque le costruzioni ed il personale, i comprensori, l’industria e le assicurazioni, la navigazione, i telegrafi, i pesi e misure, la zecca, o boschi, le miniere, caccia e pesca, le associazioni industriali e agricole, le poste, i privilegi, le strade ferrate.
La quarta sezione, destinata all’istruzione pubblica e al culto, si occupava del personale di queste, alle associazioni per scopi letterari e scientifici, alle accademie e ai convitti.
Infine alla quinta sezione – amministrazione della giustizia – erano delegati gli affari relativi ai feudi, alle adozioni, ai conservatorati delle ipoteche, alle carceri e alle case di pena, alle camere notarili, agli affari giudiziari e al personale necessario.
L’organico dell’amministrazione centrale era composto, per ogni sezione, da un numero di segretari, vicesegretari e praticanti di concetto alle dipendenze di un direttore che conferiva previamente con il governatore fornendogli per ogni materia una relazione e ricevendone conseguentemente le istruzioni del caso (Raponi 1961).
Insieme con il segretario generale i direttori delle sezioni tenevano due riunioni settimanali destinate alla trattazione di questioni particolari, quali il contenzioso amministrativo, le interpretazioni delle leggi o l’emanazione di nuovi provvedimenti.
Dopo l’unificazione legislativa e fino al 1 novembre 1860, una sezione “arretrati” della regia amministrazione centrale continuò a funzionare per gli affari pendenti (Atti della commissione Giulini 1962; Raponi 1961; Raponi 1967).
ultima modifica: 19/01/2005
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