amministrazione municipale e dipartimentale d'Olona 1800 giugno 8 - 1802 ottobre
L’8 giugno del 1800 il primo console della Repubblica francese Bonaparte dispose la nomina e l’insediamento dei componenti della Municipalità di Milano, che durante i primi giorni di funzionamento assunse la denominazione di Amministrazione municipale della città e provincia di Milano. A farne parte erano stati chiamati i cittadini Arauco, Bianchi d’Adda, Birago, Bolognini, De Lorenzi, Fontana, Litta, Marliani, Minoja, Molinini, Mozzoni, Pensa, Ruga, Squadrelli (avviso 20 pratile anno VIII).
Da subito l’Amministrazione municipale avviò un incessante processo di regolamentazione e di ristrutturazione dei propri uffici, reso indispensabile dall’ampliamento della giurisdizione territoriale e delle funzioni che le furono assegnate.
Con rescritto del 24 giugno la Commissione governativa investì infatti l’Amministrazione municipale di Milano “di tutti i poteri che a tenore della legge 19 fruttidoro anno VI competevano già all’Amministrazione dipartimentale d’Olona, alle quattro Municipalità di Milano ed al Dicastero centrale”.
La giurisdizione dell’organo amministrativo, che da allora si trova generalmente designato come Amministrazione municipale e dipartimentale d’Olona o, più semplicemente, Amministrazione dipartimentale d’Olona, venne dunque ad inglobare il vasto territorio compreso tra “il Lago Maggiore, indi il Ticino fino al di lui sbocco nel Po, il fiume Po sino al confluente dell’Olona in Po, il fiume Olona sino alla strada detta Colombanina, che da Pavia va a Lodi, lungo questa strada sino al Lambro, il fiume Lambro sino a Melegnano, poi lo scaricatore del fiume Muzza sino alla Molgora, indi una linea che comprende Melzo, Gorgonzola, Vimercato, Missaglia, la squadra de’ Mauri, la corte di Casale, la Valsasina e Belaggio sino alla diramazione del lago Lario nei due rami di Lecco e di Como, e dalla suddetta diramazione del lago Lario un’altra linea attraversante il lago suddetto che va ad incontrare il confine della pieve di Lenno con quella di Menaggio comprendendo la Tramezzina, unitamente alla Vall’Intelvi, la Val Solda, Porlezza e la Valle Cavargna, indi la frontiera Cisalpina sino al lago Maggiore” (proclama 6 messidoro anno VIII).
Come in passato, l’amministrazione della provincia fu pertanto nuovamente rimessa alla città capoluogo, che, come corpo dipartimentale d’Olona, esercitava il diretto controllo sulle municipalità distrettuali e comunali del territorio, nei 36 distretti in cui esso era articolato in base alla legge del 26 settembre 1798, vale a dire: I di Belgioioso, II di Sant’Angelo, III di Pavia, IV di Melegnano, V di Chiaravalle, VI di Binasco, VII di Bereguardo, VIII di Abbiategrasso, IX di Cuggiono, X di Busto Arsizio, XI di Sedriano, XI di Rho, XIII di Gallarate, XIV di Angera, XV di Laveno, XVI di Luino, XVII di Arcisate, XVIII di Varese, XIX di Tradate, XX di Appiano, XXI di Olgiate Comasco, XXII di Como, XXIII di Argegno, XXIV di Porlezza, XXV di Asso, XXVI di Erba, XXVII di Missaglia, XXVIII di Cantù, XXIX di Mariano, XXX di Seveso, XXXI di Desio, XXXII di Bollate, XXXIII Monza, XXXIV di Vimercate, XXXV di Pioltello, XXXVI di Milano (legge 5 vendemmiale anno VII).
In seguito la ripartizione territoriale del dipartimento d’Olona fu rivista con legge del 13 maggio 1801, secondo la quale il numero dei distretti venne ridotto a soli quattro, con capoluogo Milano, Pavia, Monza e Gallarate (legge 23 fiorile anno IX).
La prima sistemazione degli uffici dell’Amministrazione municipale della città e provincia di Milano fu predisposta, “per meglio soddisfare alle gravose molteplici incombenze, che restano alla stessa commesse dal primo console della Francia”, fin dai giorni immediatamente successivi alla sua formazione.
L’organo amministrativo venne allora suddiviso in quattro comitati: il primo e il quarto formati da tre municipalisti, il secondo e terzo da quattro; ogni comitato contava poi uno o più segretari, un aggiunto e un protocollista.
Al 1° Comitato spettava il disbrigo degli affari relativi a “vettovaglie, sanità, notificazione di granaglia, provviste, requisizioni istantanee, ufficio commissariatico”; al 2° quelli riguardanti “strade urbane e forensi, fiumi, torrenti, canali navigabili, acque della città, chiaviche, cavi sotterranei, mura, bastioni, edifizi pubblici, ornati, giardini, adacquamenti, illuminazione, lotto, incendi, agricoltura, miniere, alloggi [militari], oggetti straordinari non compresi negli altri Dipartimenti”; al 3° “censo, concorso delle provincie e loro conguagli, sussidi comunitativi, cause d’estimo, imposizioni, tasse, finanze, contabilità, archivi, impieghi, soldi, assegni normali, economia interna, casse, rendite della città e del Banco S. Ambrogio, loro crediti e debiti, pendenze e liti; cause ecclesiastiche, esenzioni, luoghi pii, oggetti di beneficenza, fondo di religione, istruzione pubblica, teatri, commercio, arti, manifatture”; mentre al 4° competeva l’organizzazione della “pubblica sicurezza, funzioni di polizia, guardia nazionale sedentaria, armeria, ufficio delle poste”. Vi era infine un ufficio del registro generale, con un segretario e un protocollista generale (avviso 22 pratile anno VIII).
Circa un mese più tardi l’Amministrazione municipale e dipartimentale d’Olona fece un primo tentativo per snellire l’articolazione interna che si era da poco data, riducendo a tre il numero dei comitati: il 1° rimase immutato, il 2° e il 3° vennero fusi, mentre la competenza sugli alloggi delle truppe passò all’ultimo, che, almeno fino all’attivazione del Comitato generale di polizia, al principio del mese di agosto, rimase investito anche delle funzioni di polizia generale (Pagano 1994).
A tale proposito va ricordato che con rescritto del 24 giugno (avviso 11 messidoro anno VIII), confermato l’8 luglio da un decreto, la Commissione straordinaria di governo aveva affidato al Comitato di polizia generale presso l’Amministrazione dipartimentale d’Olona l’esercizio temporaneo delle funzioni di Comitato centrale di polizia per tutta la Repubblica (decreto 19 messidoro anno VIII).
Dopo altre sistemazioni provvisorie, il 21 gennaio 1801 venne pubblicato quello che è certamente l’atto più organico di ristrutturazione interna dell’amministrazione, vale a dire il “Regolamento per la marcia interna dell’Amministrazione municipale e dipartimentale d’Olona”.
Gli uffici furono allora ripartiti in due grandi divisioni e, all’interno di ciascuna, in 3 sezioni:
”Divisione I – Sezione I: vittovaglie, notificazioni di grani, circolazione delle sussistenze, combustibili.
Sezione II: strade urbane e forensi provinciali, fiumi, ponti, torrenti, canali navigabili, acque, cavi sotterranei, mura, bastioni, pubblici giardini, adacquamenti, illuminazione, incendi.
Sezione III: fazioni militari, provviste, requisizioni, caserme, alloggi, ufficio commissariatico.
Divisione II – Sezione I: censo, spese comunali, distrettuali e dipartimentali, e loro bilanci, imposte ed incasso delle medesime, sussidi comunitativi, estimo, concorso delle province e loro conguagli, casse del pubblico.
Sezione II: contabilità, rendite della città e del Banco di S. Ambrogio e crediti, debiti e cause relative; esenzioni, economia interna, sanità, lotto, tutela de’ beni ecclesiastici, stabilimenti pubblici di beneficenza ed istruzione.
Sezione III: “riparto delle contribuzioni, arti, manifatture, commercio, miniere, agricoltura, guardia nazionale sedentaria, registri dello stato de’ cittadini, de’ matrimoni, delle nascite, de’ cittadini attivi, delle morti”.
Sull’operato delle divisioni, che erano dirette da un segretario, vigilavano a turno gli amministratori, uno per sezione. Le sessioni dell’Amministrazione avevano luogo ogni giorno, convocate dal presidente della Municipalità – eletto ogni mese – o, in sua vece, da un amministratore; vi partecipavano il commissario governativo – funzionario rappresentante il potere esecutivo incaricato di vegliare sull’adempimento delle leggi – gli amministratori, il segretario centrale e i due segretari capi di divisione, ai quali spettava la proposizione dei decreti e delle determinazioni relativi ad affari “correnti e d’ordine” e la sola stesura per i restanti (regolamento 1801).
Il regolamento non faceva cenno invece all’ufficio di ragioneria, il quale, formato da un ragionato capo, due coadiutori, dieci aggiunti, undici ufficiali e dieci scrittori, si occupava del riparto delle imposte ordinarie, dei prestiti forzosi e delle contribuzioni e della liquidazione dei crediti per le forniture all’esercito.
Durante la sua esistenza, dal giugno 1800 all’ottobre 1802, l’Amministrazione d’Olona conobbe ripetuti rimaneggiamenti nell’organico a causa di dimissioni e trasferimenti.
I suoi componenti, dopo le iniziali nomine effettuate dal primo console, furono poi scelti dal Comitato di governo – alla cui approvazione dovevano sottoporre ogni proclama – su una lista presentata dalla stessa Amministrazione; il loro numero, che nei primi tempi a causa dei trasferimenti e delle rinunce, oscillava da tredici a sedici, fu poi definitivamente ridotto a otto dal governo il 13 novembre 1800 (Pagano 1994).
ultima modifica: 03/04/2006
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