consulta legislativa 1800 luglio 3 - 1802 febbraio 14
Dopo la riconquista dei territori lombardi da parte dell’esercito francese, il 17 giugno del 1800 il primo console di Francia Bonaparte decretò la formazione in Milano di una Consulta di 50 membri “incaricata di preparare l’organizzazione della Repubblica e di compilare le leggi e regolamenti relativi ai differenti rami della pubblica amministrazione”. Presieduta dal ministro straordinario della Repubblica francese – carica alla quale venne nominato il generale Claude Louis Petiet – essa doveva “occuparsi d’ogni progetto di regolamento urgente, la di cui dimanda le venisse fatta dalla Commissione straordinaria di governo” (decreto 28 pratile anno VIII a).
I membri della Consulta furono nominati con decreto del primo console del 24 giugno 1800. Tra essi, in prevalenza moderati, figuravano numerose personalità di spicco della prima Cisalpina, tra cui gli ex direttori Marescalchi, Luosi, Testi, Lamberti, Brunetti e Moscati, quest’ultimo ancora prigioniero degli austriaci, e svariati membri dei Consigli legislativi; vi erano inoltre l’arciprete del Duomo di Milano Carlo Opizzoni e il vescovo di Pavia, a testimonianza delle mutate posizioni di Napoleone nei confronti della Chiesa (decreto 5 messidoro anno VIII).
La Consulta venne insediata il 3 luglio 1800 e due giorni più tardi ebbe inizio la sua attività, con l’approvazione di un testo legislativo che dichiarava nulle tutte le leggi, gli editti e le altre disposizioni emanate durante l’occupazione austro-russa, mentre richiamava in vigore le leggi della prima Repubblica Cisalpina, fatta eccezione per quelle relative a culto e finanze; in tale occasione si provvide inoltre a rimettere “nel pieno possesso e godimento delle loro proprietà quelli che hanno fatto legittimo acquisto di fondi dichiarati nazionali per le precedenti leggi della Repubblica e che, o ne hanno sofferto un indebito sequestro, o ne sono stati illegittimamente spogliati in tutta l’estensione della Repubblica” (legge 16 messidoro anno VIII).
L’intensa attività legislativa della Consulta ebbe termine di fatto sul finire del mese di novembre del 1801, poco dopo l’approvazione della legge con cui venne disposta la convocazione nella città di Lione di una Consulta straordinaria per votare il nuovo testo costituzionale (legge 21 brumale anno X), della quale erano chiamati a far parte anche i membri della Consulta ancora in carica, fatta eccezione per Longhi e Fontana, a causa dell’età avanzata, e di Crespi, “per poca salute” (elenco 23 brumale anno X).
ultima modifica: 19/01/2005
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