segreteria di stato 1802 gennaio 26 - 1814 aprile
Prevista dalla carta costituzionale votata a Lione nel gennaio 1802, la Segreteria di stato, con sede a Milano, presso il vicepresidente, era l’organo amministrativo centrale della Repubblica.
Il segretario di stato, secondo quanto stabilito dalla costituzione, aveva il grado di consigliere ed era nominato dal presidente; e al presidente egli era tenuto a presentare, entro il termine di tre giorni e “sotto la sua personale responsabilità […] le leggi sanzionate dal Corpo legislativo”, che provvedeva poi a munire del sigillo dello stato e a promulgare (art. 51) (costituzione 1802). La promulgazione delle leggi spettava infatti al governo “con il mezzo della Segreteria di stato”, che vi provvedeva ” tre giorni dopo la decisione del Corpo legislativo” (legge 23 agosto 1802).
In base al testo costituzionale, al segretario di stato spettava inoltre contrassegnare la firma del presidente e tenere il registro particolare dei suoi atti (art. 52).
Il primo segretario di stato della Repubblica italiana venne designato a Lione il 26 gennaio 1802; si trattava del valtellinese Diego Guicciardi, che solo pochi mesi dopo lasciò tuttavia l’incarico per la nomina a consultore di stato.
La segreteria era allora organizzata in sei sezioni, una centrale della presidenza e cinque particolari: I. ricorsi alla presidenza; II. registro degli atti e promulgazione delle leggi; III. protocollo; IV. spedizione; V. archivio (Roberti 1946-1947)
Dopo l’abbandono del Guicciardi la responsabilità dell’ufficio di segretario di stato fu affidata a Pellegrino Nobili (decreto 16 giugno 1802 c), che, circa sei mesi più tardi, venne poi sostituito dal modenese Luigi Vaccari (decreto 25 dicembre 1802), rimasto in carica per quasi sette anni.
Dopo la trasformazione della Repubblica italiana in Regno d’Italia, Vaccari non fu più tuttavia il solo a ricoprire l’incarico.
Con il decreto reale 8 giugno 1805 vennero infatti stabiliti due segretari di stato, uno con il rango di ministro, l’altro di consigliere. Il primo risiedeva a Parigi al seguito dell’imperatore e re, ne contrassegnava la firma e teneva il registro particolare dei suoi atti; il secondo stava invece a Milano, dove era incaricato di contrassegnare la firma e tenere il registro particolare degli atti del viceré, oltre a dirigere e custodire l’archivio del Regno (decreto 8 giugno 1805 b). Al prestigioso incarico di ministro segretario di stato residente a Parigi Napoleone nominò allora il presidente del Collegio dei possidenti Antonio Aldini (decreto 29 giugno 1805), che, in questa veste, divenne una figura chiave della vita politica italiana di quegli anni.
Vaccari, come si è detto, rimase invece a ricoprire il posto di consigliere segretario di stato residente a Milano, che mantenne fino all’ottobre 1809, quando fu nominato ministro dell’interno. A sostituirlo venne allora scelto Antonio Strigelli (decreto 10 ottobre 1809 b).
ultima modifica: 03/04/2006
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