regia interinale delegazione 1758 - sec. XVIII
Con il “Cesareo Reale Dispaccio” del 31 dicembre 1757 l’imperatrice Maria Teresa così disponeva la soppressione della Giunta Neri: “poiché non è già troppo durata la Giunta del Censimento da noi rinovata l’anno 1749 sulla speranza dataci di terminare, in termine molto minore, questa Opera, da tanto tempo pendente, abbiamo risoluto, che debba finalmente cessare” (Dispaccio 2 marzo 1758).
Valutata positivamente l’attività condotta dal Neri e dai suoi stretti collaboratori l’imperatrice, non ritenendo più necessaria l’esistenza di una Giunta “fissa”, ordinava a Francesco di Modena, amministratore del governo e capitano generale della Lombardia austriaca, data la minore età dell’arciduca Pietro Leopoldo, di “consumare la detta Opera di censimento in tutte le sue rimanenze, riguardino la disposizione o l’esecuzione” (Dispaccio 2 marzo 1758) surrogando “alla provvisionale ulteriore direzione dell’Opera” il presidente camerale don Angelo Luigi Meraviglia Mantegazza e due avvocati fiscali, don Filippo Muttoni e don Francesco Fenaroli.
Alla neo regia interinale delegazione così formata, posta alle dirette dipendenze del gran cancelliere e plenipotenziario Beltrami Cristiani, venivano attribuite le stesse facoltà e competenze precedentemente demandate alla Giunta Neri, “affinché interinalmente sino a nuovo ordine di Sua Maestà – continuava il dispaccio – sopravvediate all’esecuzione della sentenza del Censo, ed alla disposizione delle ulteriori operazioni necessarie a compirlo, colla facoltà e speciale incombenza di dar passo ai ricorsi presentati o da presentare nel termine prescritto […] ed a far emendare le Tavole alla forma dei decreti” (Dispaccio 2 marzo 1758).
Alla delegazione era inoltre attribuito il particolare onere di dirimere le eventuali controversie che, in seguito alla pubblicazione delle Tavole d’estimo, sarebbero insorte tra lo stato e i singoli estimati.
ultima modifica: 19/01/2005
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