Lombardia austriaca 1749 - 1796
La pace firmata ad Aquisgrana nel 1748 chiudeva definitivamente quel capitolo di storia europea che si era aperto al principio del secolo XVIII con la guerra di successione spagnola, era proseguito con quella polacca ed aveva trovato conclusione nella guerra di successione austriaca. L’Austria confermava definitivamente il proprio dominio sullo stato Milanese che, persa metà delle sue terre ai confini con lo stato sabaudo, si allargava verso Mantova, accogliendo nuove regioni: lo stato di Milano, il ducato di Mantova e, per un breve periodo, i ducati di Parma e Piacenza.
L’ondata di riforme che caratterizzò la seconda metà del XVIII secolo portò ad una riorganizzazione del territorio dell'antico stato milanese. Secondo quanto stabilito dall’editto teresiano del 10 giugno 1757(editto 10 giugno 1757) esso si articolava in sei province – Milano, Pavia, Lodi, Cremona, Como, Casal Maggiore – nelle Terre separate di Treviglio (separata dal Ducato) e di Soncino, Fontanella, Pizzighettone, Castel Leone separate dal contado di Cremona; nella giurisdizione della Calciana e ancora nella Valle Intelvi.
Nel 1780 morta la sovrana Maria Teresa e salito al trono il figlio Giuseppe II, il processo riformatore subì una forte accelerazione. Abbandonata la linea moderata seguita dall’imperatrice, Giuseppe II applicò in toto i principi di uniformità, accentramento e separazione tra funzione amministrativa e giudicante, provvedendo anche alla razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali che le riforme teresiane avevano lasciato in uno stato di quasi totale disomogeneità.
Il 26 settembre del 1786 per “dare al corso degli affari nelle Provincie della Lombardia Austriaca una forma regolare e coerente al Sistema politico recentemente introdotto in questa e nelle altre parti della sua Monarchia”, per volontà di Giuseppe II, veniva infatti pubblicato un nuovo editto “per il compartimento territoriale” che prevedeva la suddivisione della Lombardia austriaca in otto province – Milano, Mantova, Pavia, Cremona, Lodi, Como, Bozzolo, Gallarate – ognuna delle quali rimaneva suddivisa in pievi o delegazioni, e queste in comunità (editto 26 settembre 1786 c).
Tale riorganizzazione territoriale venne mantenuta anche quando, l’anno seguente – precisamente l’8 ottobre 1787 – il ministro plenipotenziario Wilczeck, per ragioni di carattere geografico e logistico, sostituì i capoluoghi di provincia Bozzolo e Gallarate rispettivamente con Casalmaggiore e Varese (Capra, Sella 1984).
Tuttavia l’opera di razionalizzazione delle circoscrizioni territoriali attuata da Giuseppe II ebbe vita breve. Salito al trono Leopoldo II, nel 1791 venne infatti ripristinato il vecchio compartimento teresiano. L’allegato B del dispaccio del 20 gennaio 1791 così enunciava: “Si rimetteranno sotto la giurisdizione delle vecchie Provincie, anche per gli oggetti politici, tutte quelle comunità che in conseguenza del Compartimento 1786 furono staccate ed aggregate ad altre Provincie e delle quali fu fatta bensì, nell’anno susseguente, la riunione, ma per il solo Censo e per le Strade” (dispaccio 24 gennaio 1791 a).
Secondo il nuovo compartimento territoriale la provincia di Milano ritornava a comprendere il territorio che l’editto teresiano del 10 giugno 1757 aveva riconosciuto come parte della provincia del Ducato, cioè: Milano, comune dei Corpi Santi, pievi di Agliate, Angera, Appiano, Arcisate, Bellano, Bollate, Brebbia, Brivio, Bruzzano, Castel Seprio, Cesano Boscone, Corbetta, Cornegliano, Dairago, Dervio, Desio, Gallarate, Galliano, Garlate, Gera d’Adda, Gorgonzola, Incino, Lecco, Leggiuno, Locate, Mandello, Mariano, Mezzate, Missaglia, Nerviano, Oggiono, Olgiate Olona, Parabiago, Pontirolo, Porlezza, Rosate, San Donato, San Giuliano, Segrate, Settala, Seveso, Somma, Trenno, Vall’Assina, Valsassina, Val Solda, Val Cuvia, Val Taleggio, Val Travaglia, Varenna, Varese, Vimercate; corti di Casale e Monza; vicariato di Binasco; squadre di Mauri e di Nibionno; comune di Treviglio (Compartimento Lombardia, 1791).
Ancora pochi giorni più tardi Mantova e il suo territorio tornarono ad avere un’amministrazione autonoma da quella della Lombardia austriaca le cui province rimasero pertanto: Milano, Pavia, Como, Cremona, Calsalmaggiore, Lodi.
ultima modifica: 29/05/2006
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