ducato di Milano 1535 - 1757
Il Ducato, composto dalla città di Milano e dal suo contado in età spagnola era la provincia di gran lunga più vasta dello stato milanese; esso comprendeva la zona racchiusa fra il corso del Ticino e dell’Adda, dal loro sbocco dai laghi sino ad una linea immaginaria, che passava poco sotto le terre di Rosate, Binasco, Melegnano, Settala e Cassano d’Adda; e includeva inoltre anche una fascia di territorio denominato Gera d’Adda, posto ad oriente dell’Adda, sino ai confini Veneti, ad eccezione delle immediate vicinanze della città di Lodi. Ed ancora apparteneva al Ducato tutta la zona montuosa dello stato, ad eccezione della destra del Lago Maggiore, confinante a nord-est con gli Svizzeri, “limitata verso sud da quella parte della catena alpina che dal Monte Rosa giunge sino ai pressi di Omegna, e verso ponente dai rilievi che separano il Verbano dal Lago d’Orta” (Pugliese 1924).
Le terre del Vergante e quelle dei Visconti, che costituivano la riviera occidentale del Lago Maggiore tra Baveno e Dormelletto, poco sotto Arona, erano titolari di privilegi ed immunità da imposte; ben più estesi erano tuttavia i privilegi di cui godevano le valli dell’Ossola, specialmente dell’Ossola superiore, le quali facevano nominalmente parte del Ducato, ma in effetti ne erano quasi totalmente indipendenti: dotati di governo autonomo questi territori dovevano rispondere a Milano solo per quanto riguardava l’amministrazione della giustizia. Anche la Valtravaglia, la Valsolda, le Terre di Limonta e di Civenna e molte altre incluse nei confini del Ducato, formavano “staterelli” quasi indipendenti, sia perché feudi antichissimi della chiesa, sia come feudi imperiali (Pugliese 1924).
Il Ducato confinava quindi ad est con la contea di Como, che a sua volta comprendeva i due versanti del lago omonimo, cioè il versante occidentale sino a Como e quello orientale sino alla punta di Bellagio; ad ovest con la contea di Novara – rettangolo limitato dal Ticino e dalla Sesia, confinante a nord con le terre dei Visconti ed il Vergante, a meridione con il contado di Vigevano – a sud infine con il Principato di Pavia e la contea di Lodi, separate tra loro dal corso del fiume Lambro.
I confini della provincia del Ducato, rimasti sostanzialmente invariati durante il periodo della dominazione spagnola, subirono rilevanti variazioni in seguito alla guerra di successione austriaca, conclusasi con la pace di Aquisgrana del 1748, che decretò infatti la definitiva perdita per il Ducato della contea di Angera, dell’Ossola e delle terre poste sulla riva destra del Lago Maggiore (Pugliese 1924).
E gli stessi sindaci della Congregazione del Ducato, invitati, nel 1754, a rispondere ai “quarantacinque quesiti” della Giunta del censimento, ribadivano le perdite subite dal Ducato in seguito ai conflitti settecenteschi: “la provincia del Ducato prima della smembrazione del Lago Maggiore era costituita da 65 pievi: al presente è ridotta a pievi 61, e ciascuna pieve regolarmente è composta da più comunità: vi sono però in dette 61 pievi alcune comunità che da se sole costituiscono pieve” (Risposte sindaci generali del Ducato, 1754). L’editto teresiano del 1757 relativo alla compartimentazione territoriale dello stato milanese ribadiva infatti che la provincia del Ducato era costituita dalle pievi di Agliate, Angera, Appiano, Arcisate, Bollate, Brebbia, Brivio, Bruzzano, Castel Seprio, Cesano Boscone, Corbetta, Cornegliano, Dairago, Desio, San Donato, Gallarate, Galliate, Garlate, Gera d’Adda, San Giuliano, Gorgonzola, Incino, Leggiuno, Locate, Mariano, Mezzate, Missaglia, Nerviano, Oggiono, Olgiate Olona, Parabiago, Pontirolo, Riviera di Lecco (pievi di Bellano, Dervio, Lecco, Mandello, Porlezza, Varenna), Rosate, Segrate, Settala, Seveso, Somma, Trenno, Vall’Assina, Valsassina, Val Solda, Val Cuvia, Val Taleggio, Val Travaglia, Varese, Vimercate, dal vicariato di Binasco, dalle corti di Casale e di Monza, dalle squadre dei Mauri e di Nibionno (editto 10 giugno 1757).
ultima modifica: 03/01/2006
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