comune di Cassina Scaccabarozzi sec. XVIII - 1757
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune di Cassina Scaccabarozzi, compreso nella pieve di Rosate, contava 20 anime ed era amministrato dal fittabile del primo estimato della Terra. Un cancelliere, residente in Binasco, ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato da tutti gli estimati, completavano l’apparato amministrativo del comune: al cancelliere la comunità raccomandava la compilazione e ripartizione dei carichi fiscali e la custodia delle scritture pubbliche, all’esattore tutte le operazioni connesse alla riscossione dei riparti annuali. Compiti di polizia locale erano invece affidati al console (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3023).
A metà del XVIII secolo il comune, infeudato dal secolo XV “sotto il titolo del feudo di Rosate” (Casanova 1930), era sottoposto alla giurisdizione di un giudice feudale residente in Milano, a cui la comunità corrispondeva un onorario: il console, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era tenuto infatti a prestare ogni anno l’ordinario giuramento presso l’ufficio del suo attuario sito nella località di Chiarella (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3023).
Mentre nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 Cassina Scaccabarozzi veniva ancora indicato come comune autonomo (Compartimento Ducato di Milano, 1751), nell’ “Indice delle Pievi e Comunità dello Stato di Milano” del 1753 risultava aggregato al comune di Coazzano(Indice pievi Stato di Milano, 1753). Tale aggregazione, che trovava conferma anche nell’“Indice delle mappe territoriali e delle tavole del nuovo estimo sopra di esse formate in ciascheduna città e comunità dello stato di Milano” (Indice nuovo estimo Stato di Milano), veniva ufficializzata nel 1757 con la promulgazione dell’editto teresiano relativo alla compartimentazione territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno 1757).
ultima modifica: 10/12/2003
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