comune di Castano sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 22 luglio 1269, trascritto negli “atti del comune di Milano”, in cui Castano è citato come comune ed è segnalata la presenza del console (Baroni 1987).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Castano risulta incluso nella pieve di Dairago e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Sancto Petro a l’Olmo” come “el locho da Casteno” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Castano risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 14 e 15).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il Castano “nell’anno 1670 con approvazione del Magistrato si divise in due comuni, Castano “intitolato il Comune Maggiore, o sia Dominante e l’altro il Comune Minore” per motivi di ripartizione fiscale. Considerati “come uno solo di maniera che rispetto all’ordini, che vengono dati dai tribunali per qualsivoglia carichi o altre occorrenze, vien trasmesso un sol ordine che tra detti poi si divide” i “due comuni” erano amministrati da differenti organi consiliari: quello Dominante da un consiglio ordinario composto da due consoli e quattro sindaci, quello Minore da un altro consiglio costituito da un console ed un sindaco. Eletti ogni anno dagli ufficiali “uscenti” alla presenza del podestà o del suo luogotenente a tali consoli e sindaci restavano delegate l’amministrazione e conservazione del patrimonio pubblico e la “vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti”, previo “parere e assenso de maggiori estimi de respettivi comuni”. Anche la compilazione dei riparti annuali e la cura e custodia delle scritture pubbliche prodotte dai comuni “Maggiore” e “Minore” erano affidate a due distinti cancellieri entrambi residenti in loco; unico risultava invece essere l’esattore, eletto a pubblico incanto dai capi di casa di entrambe i “comuni” (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072).
A metà del XVIII secolo la comunità, infeudata dal 1482 (Casanova 1930), era assistita da un podestà feudale, residente in Milano, “a riserva delle vacanze autunnali e qualche altri giorno per l’anno, che soggiorna nel luogo di Castano tenendo casa di abitazione e possedendo quantità di effetti propri”, ma rappresentato in loco da un luogotenente, ed era sottoposta alla giurisdizione del vicario del Seprio: il console del “comune Dominante”, in quanto tutore dell’ordine pubblico, era infine tenuto a prestare l’ordinario giuramento tanto presso l’ufficio del podestà feudale quanto presso la banca criminale di Gallarate (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3072)
ultima modifica: 13/10/2003
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