comune di Cernusco Asinario sec. XIII - 1757
L’esistenza di un ordinamento comunale è testimoniata da un documento datato 8 aprile 1286, trascritto negli “Atti del Comune di Milano”, in cui i rappresentanti della comunità di Cernusco consegnano al loro console l’elenco delle terre lavorate per conto della chiesa locale (Baroni 1992).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Cernusco Asinario risulta incluso nella pieve di Gorgonzola e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Gorgonzola” come “el locho da Cernusgio Asinè” (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Cernusco Asinario risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 23).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, da cui si separarono i due piccoli comuni detti Cassina delle Torriane e Cassina Increa, contava circa 1150 anime.
L’intero apparato amministrativo era così articolato: ad un consiglio generale, organo deliberativo della comunità, formato dall’assemblea di tutti i capi di casa, convocato in piazza almeno una volta all’anno dal console in occasione della pubblicazione dei riparti annuali e del rinnovo delle cariche comunitarie, facevano riscontro un console e quattro cavalieri, investiti di poteri di carattere esecutivo. Al console, nominato ogni anno a pubblico incanto dal consiglio generale, erano demandati compiti di polizia locale, ai quattro cavalieri, rappresentanti dei maggiori estimati della comunità, erano invece delegati compiti di ordinaria amministrazione del patrimonio pubblico ed in particolare compiti di “vigilanza sopra la giustizia dei pubblici riparti”.
Un cancelliere ed un esattore, scelto con asta pubblica e nominato dal consiglio generale, completavano il quadro amministrativo della comunità: al cancelliere era raccomandata la compilazione dei riparti annuali, all’esattore erano affidate tutte le operazioni connesse alla loro riscossione che avveniva solo dopo essere stati firmati dai quattro cavalieri. La custodia delle scritture pubbliche era infine affidata ad un procuratore, residente in Milano, incaricato anche di rappresentare gli interessi della comunità nella capitale (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3066).
A metà del XVIII secolo il comune, redento dal 1679 per estinzione della discendenza (Casanova 1930), era direttamente sottoposto alla giurisdizione del vicario della Martesana, presso la cui sede di Vimercate il console era tenuto ogni anno a prestare l’ordinario giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3066).
ultima modifica: 13/10/2003
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